Ricordo di un Natale
È Natale.
Cammino intirizzito al buio,
rannicchiato dentro il mio cappotto,
prendendo a pedate il freddo
di un paesaggio spoglio
pur di stare in chiesa a mezzanotte
vicino al Bambinello.
Uscendo dalla chiesa son rapito
dalla neve che copiosa scende
e a larghe falde
a cullare i miei pensieri frettolosi.
Sembra proprio che Gesù
stia tornando ancora (!)
a ‘smacchiare’ la Sua terra.
Carlo Pini (2016)
Natale tra le montagne
Corone bianche
riempiono all’orlo il mio sguardo.
S’annida il pensiero
dalle punte all’ultimo gradino
che apre al cielo
in cornici d’argento.
Si allentano i bottoni del sentire
e il tappeto dei ricordi
allontana il soffitto della paura.
Nel pieno dell’inverno sull’altura
sfuoca una capanna.
Nell’incanto delle montagne
si addensano le lingue del cuore
e sospesa in questa dolce atmosfera
-con le mie perle nel cuore-
rivivo il Natale dipinto d’altre lune.
Paola Mara De Maestri
Il dono di Natale
Gesù Bambino in questa tua festa
io ti dono ciò che non mangerò,
ciò che la mia pancia gradisce
ma il mio intelletto rifiuta
pensando ai poveri.
I miei amici poveri sono quelli
che hanno perso il lavoro,
sono quelli che non hanno i soldi
per pagare il mutuo,
sono i giovani che nulla guadagnano
e sperano in un futuro migliore.
Sono i migranti che fuggono dalla guerra
e dalla miseria.
Sono i bambini affamati,
con le mosche sugli occhi,
lo scheletro inciso sulla pelle.
A Natale non voglio essere satollo
come un’anatra da macello,
voglio tenermi nel cuore
la sofferenza dei poveri,
il sorriso di Gesù Bambino
nato con nulla.
Donerò ai poveri ciò che non mangerò
come tu hai donato il tuo Amore.
Ezio Maifré
Stella di Natale
Dall’opaca finestra
nell’ansia della sera
i bimbi osservano
la notte che cala
e cercano la prima stella
che brilla nel cielo.
Poi
lentamente
gli occhi coprono il sonno.
Dorme la tenerezza dei bimbi
nel sogno della serena notte
e il mattino svelti
corrono
ai piedi del Presepe
dove Gesù Bambino
appare
con i doni dell’amore.
Giorgio Gianoncelli/Natale
Vigilia di Natale
Che amara ironia in questo Natale...
Che cosa è divenuto il Natale, ogni Natale
che ci viene elargito,
che ci viene imbonito,
che ci viene imbandito?
Ancora ieri c'è stata una strage
e Cristo non era ancora nato
se non nello sguardo di una bambina
che si trascinava carponi:
in cerca di un sorso d'acqua
nell'assurda orba levità del giorno
che si levava e calava
come vendicatrice spada.
Alle spalle del grappolo di stracci,
oltre la geografia delle ossa,
oltre la disfatta della pelle rugosa
in cui la bambina era mutata,
grumo di dolore senza più rancore,
un avvoltoio e un fotografo,
ambedue pronti a carpirne
l'immagine mortale.
Cristo è nello sguardo di quella bambina,
in quell'ultimo sguardo.
Alberto Figliolia