Domenica , 24 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Bottega letteraria > Prodotti e confezioni [08-20]
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Flavio Ermini. La poesia? Un mistero in piena luce, nell’enigma dell’evidenza/ 2.
(foto P. Garofalo)
(foto P. Garofalo) 
30 Novembre 2016
 

Nel XIX secolo nasce una nuova figura di poeta. Il suo dire ha la funzione di far apparire cose che si sono eclissate o addirittura non ci sono; e dunque di dare forma alla loro sparizione, e di segnalare l’assenza di ciò che non è più presente. Mallarmé giungerà a rivendicare l’idea che la creazione del verso sia resa possibile dall’omissione dell’autore nell’opera. Giungerà a indicarci che le virtù del verso sono tali da decretare come infondata la pretesa dell’indicibile di restare non-detto. Il poeta può riuscire, mediante il verso, a dire tutto, anche l’indicibile; anche la morte, la portatrice di ogni finitezza, la figura con la quale bisogna pur stringere qualche accordo per pensare il leopardiano limite, «che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude».

 

«La poesia non è la letteratura» decreta Bonnefoy. La letteratura fa uso ancora delle reti concettuali che regolano la lingua comune. E la poesia? La poesia «considera il rapporto a sé come l’unica realtà». È in questo modo che le viene garantita la possibilità di parlare dell’essere umano senza seppellirlo sotto formulazioni glaciali, reti concettuali che esprimono solo la materia, l’avere, invece di aver cura dell’essere.

 

Quando Baudelaire ci parla del sole e della sera ci parla dell’aspirazione a una realtà superiore. Ma: è possibile parlare di una realtà che abbia un’essenza più elevata senza far ricorso al divino? Sì, e Baudelaire ne dà prova tra contrasti e accordi di splendore e opacità. Smascherando le apparenze, dando la parola all’essere.

 

L’apparenza è ingannevole. Solo andando incontro all’essere, ci indica Baudelaire, è possibile riconoscere la «madre dei ricordi», né bella né malandata, né buona né cattiva, semplicemente, soggiunge Bonnefoy, «uno degli esseri reali con cui ci si deve alleare perché il mondo abbia un senso», qualunque esso sia.

 

Mai si è stati così lontani dall’appagante armonia della “letteratura”. Mai ci si è avvicinati all’incandescente vertigine della poesia, se non con Rimbaud quando registra: «J’écrivais des silences, des nuits, je notais l’inexprimable», incaricando il dire poetico di fissare il senso, ancora ignoto, del suo destino; di fissare in immagini i bagliori di una poesia non ancora distinta dall’avventura vissuta.

Né Rimbaud né Baudelaire distinguono tra sogno e vita, tra l’atto dell’ideale poetico – sempre comunque disgiunto dall’incanto della salvezza – e l’abisso della conoscenza.

 

Ciò che Bonnefoy ci fa rilevare è che comunque in questi poeti è sempre vivo il desiderio di rendere omaggio all’essere mortale, riconosciuto «come ciò che ha davvero valore». E questo “rendere omaggio”, si sa, nel secolo in cui declina il pensiero di Dio, non può che avvenire cercando di raggiungere una bellezza superiore grazie al lavoro sulle percezioni.

 

Come può avvenire? Riconoscendo nello spirito della lingua quel qualcosa che incessantemente continua a oltrepassare i limiti della disciplina e dell’ortodossia. Tale spirito non ha mai cessato un istante di soffiare – Dio o non Dio – sull’umanità. Lo ha ben capito Rimbaud quando esclama: «Andiamo allo Spirito! È cosa certissima, è oracolo, quello che dico, e, non potendo spiegarmi senza parole pagane, vorrei tacere!». Il poeta dovrà ricordarsi di questo «Spirito», privilegiando certe sillabe, certe soluzioni ritmiche e metriche se vorrà raggiungere un equilibrio tra conscio e vertigine e, attraverso di esso, la rivelazione. A questo proposito, nel primo dei suoi Sonetti a Orfeo Rilke potrà scrivere: «E tutto tacque. Eppure in quel tacere / s’avanzò nuovo inizio».

 

 

 

Flavio Ermini, La poesia? Un mistero in piena luce,

nell’enigma dell’evidenza

Postfazione a: Yves Bonnefoy, Il secolo di Baudelaire
nella traduzione di Anna Chiara Peduzzi (Moretti&Vitali, 2016)

 

2 – segue


Articoli correlati

  Sulla poesia/ Flavio Ermini, nel corto di Gianluca Moiser
  Flavio Ermini. La poesia? Un mistero in piena luce, nell’enigma dell’evidenza/ 1.
  Flavio Ermini. La poesia? Un mistero in piena luce, nell’enigma dell’evidenza/ 3.
  Flavio Ermini. La poesia? Un mistero in piena luce, nell’enigma dell’evidenza/ 5. (fine)
  Flavio Ermini. La poesia? Un mistero in piena luce, nell’enigma dell’evidenza/ 4.
  L'esperienza poetica del pensiero. Il numero 80 di “Anterem”
  Spot/ Cierre Grafica con Anterem Edizioni e Poesia2.0: Opera prima
  Poesia d’autore/ Yves Bonnefoy. L’aratro
  Yves Bonnefoy. Per non dimenticare
  Vetrina/ Yves Bonnefoy. Lei cantava, ma come se parlasse a se stessa...
  Poesia d'autore/ Yves Bonnefoy. Io ti offro questi versi...
  Giuseppina Rando. Il grande spazio di Yves Bonnefoy
  Poesia d’autore/ Yves Bonnefoy. Le mele
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy