Se si dovesse analizzare la raccolta Il buio e la farfalla da un punto di vista psicologico, si potrebbe dire che c’è uno sdoppiamento della personalità. Critico, accusatore, sarcastico, nella prima parte, quella del buio, tenero, delicato nella farfalla, apparentemente un altro uomo, Paolo Stefanini.
La prima parte è uno sguardo oggettivo sul mondo, dove il malaffare imperversa, dove si mettono in atto discutibili strategie di accoglienza nei confronti di chi fugge dalla fame, delle persecuzioni, dai bombardamenti, dove il fronte di guerra è ovunque ed è mostrato ogni giorno dal telegiornale. Davanti alla consapevolezza dolorosa della superficialità, del degrado morale, della violenza, il ricordo di chi ha combattuto per questa nostra Italia si carica di ammirazione e di orgoglio, perché dopo cento anni i sassi delle trincee parlano ancora del sacrificio di giovani: Stanotte la Signora si traveste/ arriva inaspettata sibilando/ come in un lungo profondo sospiro./ Passa alitando riflessi di luna/ nube lattiginosa, incerta nebbia. E più avanti nel tempo altri, troppi, hanno pagato un prezzo alto per la libertà.
Una condivisone emotiva con Sebastiao Selgado rimanda a tutti i disperati del mondo: E prima fummo nel Brasile tuo/ nella Serra Pelada/ bolgia o miniera/ o formicaio d’anime di fango/ in sciami a raschiar dalla terra/ il riflesso ingannevole dell’oro. C’è sdegno davanti alle ingiustizie ed alle false promesse, alla determinata volontà di non capire: E sarà meraviglia/ per i posteri nostri/ che non abbiam capito noi/ cose talmente chiare.
Eppure, anche attraverso queste tematiche dure, si scopre una tenerezza che tende a comporre lo sdoppiamento apparente. C’è condivisione, c’è un patire evidente per tutto ciò che non riceve il rispetto dovuto: la Patria, le persone, la donna che deve nascondere il corpo, i migranti. Il ricordo rimane comunque a testimoniare quali altezze morali l’uomo potrebbe raggiungere, se solo lo volesse: Ora da vecchio/ ripenso a te ragazzo/ al cane per compagno su in montagna/ al sangue al fuoco ai morti ai patimenti: mi chiedo s’è bastata quella volta/ o quanti ancora fiori d’innocenza/ in prezzo chiederà al Libertà.
Lieve come ali di farfalla la seconda parte, stupita a trepidante di fronte ad emozioni che turbano, ricca di immagini di giovinezza che tornano a dare linfa, quasi timore di manifestare i sentimenti già provati, di riscoprirli uguali: Vado cercando l’oro./ A palmo a palmo vaglio il tuo mondo/ con gesto paziente/ lo passo e lo ripasso/ e il riflesso m’abbaglia/ e il dorso brucia la sole. Amore che non conosce età né misura: Ma non conosce misure l’amore/ volumi e consistenze: è mobile mantello di felino/ e guizzo di delfino luccicante/ colpo d’ala che sciabola nel vento.
I versi di Stefanini nascondono una assidua frequentazione e conoscenza della parola dei Poeti, dimostrano padronanza del linguaggio e suonano carichi di grande musicalità.
Marisa Cecchetti
Paolo Stefanini, Il buio e la farfalla Poesie
Giovane Holden, 2016, pp. 56, € 12,00