La sentenza della Corte d'Appello di Salerno sul caso del professore Franco Mastrogiovanni, morto nel reparto di psichiatria dell'Ospedale di Vallo della Lucania dopo 87 ore di ininterrotta “contenzione”, conferma la condanna dei sei medici e sancisce, in riforma della sentenza di primo grado, la condanna anche per gli undici infermieri che ebbero in cura il paziente.
Occorre apprezzare il ribaltamento delle valutazioni che il giudice di primo grado del Tribunale di Vallo della Lucania aveva compiuto circa gli infermieri: mentre la sentenza di primo grado aveva assolto questi ultimi ritenendo di non poterli rimproverare per avere “ubbidito” agli ordini dei medici, oggi – per quanto occorra aspettare le motivazioni della sentenza per una valutazione più completa – viene affermato il principio per cui la qualificazione professionale dell'infermiere e la manifesta criminosità della condizione a cui era stato ridotto il prof. Franco Mastrogiovanni, impongono di condannare chi ha assistito ed avallato con il suo operato tutto ciò senza opporvisi.
Di fronte allo “spaccato” dei reparti di psichiatria italiani che questo processo rivela, e di fronte al moltiplicarsi dei casi di “morte per TSO” di cui ogni anno si ha notizia, Radicali Italiani si farà promotore di un progetto di riforma che preveda un'assistenza legale obbligatoria per i malati che si trovino in queste situazioni e la massima trasparenza delle condizioni di cura all'interno dei reparti, ricordiamo infatti che nel caso del prof. Mastrogiovanni, e in casi analoghi, era stata negata ai familiari la possibilità di visita in reparto. Una “Legge Mastrogiovanni”, che intendiamo mettere a punto coinvolgendo anche le associazioni impegnate su questo fronte, perché non ci siano mai più casi come quello del maestro di Vallo della Lucania.
Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani
Michele Capano, tesoriere RI, avvocato
della sorella di Franco Mastrogiovanni