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Jolanda Insana, espressione singolare della poesia contemporanea 
Commiato in breve nota di Giuseppina Rando
11 Novembre 2016
 

Il 27 ottobre scorso si è spenta Iolanda Insana, poetessa siciliana che ha saputo trasfondere nelle sue opere gran parte del patrimonio dei valori connotativi della sua gente e dell’energia vitale della sua terra.

Nata a Messina nel 1937, dove conseguì la laurea in Lettere classiche, dal 1968 viveva a Roma dove ha insegnato nei licei, dedicandosi anche all’attività di traduttrice di poeti greci e latini (Saffo, Alceo, Anacreonte, Lucrezio, Marziale).

Una parola poetica densa di palpiti segreti e intessuta di un “vissuto” di sofferenze fisiche e spirituali. La poesia, come un'amica inseparabile, l’ha seguita giorno dopo giorno in una condizione esistenziale fatta di contrarietà e rassegnazione, di illusione e delusione, di buio e di luce.

 

L’ho conosciuta parecchi anni fa durante un Convegno insieme a Maria Luisa Spaziani.

Donna minuta, sobria con i capelli bianchi ricciuti, molto decisa nel parlare e con una voce profonda, la Insana mi colpì per la sua personalità rustica, sbrigativa, con lampi di ironia fulminei, e uno sguardo penetrante; il suo eloquio dal timbro messinese contrastava con quello torinese della Spaziani.

Recitò a memoria alcune poesie ricche di vocaboli dialettali siciliani accompagnandole con il movimento delle braccia e ondulazioni del corpo avanti e indietro.

 

Strano... che sia morta proprio il giorno successivo al primo terremoto che sta devastando il centro Italia, lei nata in una città che del terremoto, per decenni, aveva subito le conseguenze.

Dalla Antologia di poeti contemporanei. Tradizione e innovazione in Italia (Mursia, 2016) di Daniela Marcheschi si evince che la Insana ha spesso affrontato il tema “terremoto” avendo subito, indirettamente, le conseguenze di quello che devastò Messina nel 1908.

Vengo da una città di maremoti e terremoti e ho un’infanzia terremotata. Ho conosciuto il male della terra, ma la terra non ha coscienza di farti del male, si assesta e aggiusta, riequilibra i vuoti e i pieni, e si sposta e cozza. La stessa cosa fa l’uomo, l’uomo però ha coscienza di farti il male…

Nella stessa antologia la poetessa parla di un altro “movimento” che riguarda i nostri drammatici giorni; quello dei migranti, di chi la terra la solca sfuggendo a un male e incontrandone un altro, quest’ultimo creato senza dubbio dagli uomini:

Stiamo vivendo un’epoca di assestamenti e di aggiustamenti, terreni e umani. Contro il male invisibile, imprevedibile, non possiamo nulla. Ma a quello visibile, artificiale, possiamo e dobbiamo opporre noi stessi e la nostra umanità.

 

   Vanno vengono

vengono vanno
avanzano indietreggiano
vengono vanno

vanno vengono
sommuovono il suolo
e sotto i piedi è cupo il rimbombo –

Vengono dai tropici e dall’equatore
da deserti savane e foreste
alture e pianure
in cerca di pastura –
vengono da guerre genocidi e carestie
da terremoti tirannie e maremoti
e in fuga vanno per terre straniere –

Morti di fame si trascinano dove c’è un pezzo di pane
un morso di companatico –
topi che cercano il granaio
formiconi a caccia di pagliuzze
s’incarteranno per mare in gusci di noce
scivolano scivolano in acqua
e affogano
e niente vi trema
per voi sono morti che si aggiungono ad altri morti –

 

Ho voluto ricordare Jolanda Insana con questa breve nota e con un invito a leggere i suoi testi intrisi dell’umanità di una donna che ha cercato di ridare significato alla poesia nell’attuale società e al poeta il compito di denunciare i soprusi a danno dei deboli per promuovere nuova coscienza contro ogni forma di repressione fisica, intellettuale e morale.

 

Giuseppina Rando

 

 

Opere

Sciarra amara, «Quaderno collettivo della Fenice» n. 26, Guanda 1977

Fendenti fonici, Società di poesia, Milano, 1982

Il collettame, Società di poesia, Milano, 1985

La clausura, Crocetti, Milano, 1987

Medicina carnale, Mondadori, Milano, 1994

L'occhio dormiente, Marsilio, Venezia, 1997

La stortura, Garzanti, Milano, 2002

La tagliola del disamore, Garzanti, Milano, 2005

Tutte le poesie 1977-2006, Garzanti, Milano, 2007

Satura di cartuscelle, Perrone, Roma, 2008

Frammenti di un oratorio per il centenario del terremoto di Messina, Viennepierre, Milano, 2009

Turbativa d'Incanto, Garzanti, Milano, 2012


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