Sabato , 23 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Alfonso Navarra. Usa: Della scelta di Trump e della lezione sempre attuale del Vietnam 
L’operaio dignitoso e intelligente forse ha fatto bene a non votare la Clinton, ma sicuramente non avrebbe dovuto votare Trump
10 Novembre 2016
 

Donald Trump, a sorpresa, è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America e promette che cambierà il Paese restituendolo alla sua grandezza, per tener fede al suo slogan elettorale: “Make America great again”.

Dobbiamo imparare a prendere sul serio quanto ha prospettato in campagna elettorale: protezionismo commerciale, riduzione “reaganiana” delle tasse (specialmente per i ricchi, guarda caso) e limiti drastici all’immigrazione (il muro ai confini del Messico!) sono i temi forti che lo hanno fatto vincere. Poi: mano libera alla polizia, all’insegna di “legge ed ordine”. Aumento delle spese militari interne. Ed ancora: aprire una nuova pagina in politica estera, in senso isolazionista, con in primo piano la “riappacificazione” da tentare con Putin. Gli alleati della NATO, se vogliono continuare ad usufruire dell’“ombrello difensivo (anche nucleare)” americano dovranno pagare di più. Ed infine meno fisime ambientaliste. Trump è infatti schierato con Big Oil senza riserve ed è un negazionista dell’influenza umana nel riscaldamento climatico. Ha già dichiarato di non volere finanziare le agenzie ONU che se ne occupano e questo significa far saltare di fatto l’accordo di Parigi. Vuole revocare i limiti di Obama alle trivellazioni marine e agli oleodotti con il Canada. Vuole cancellare i divieti locali contro il fracking, cioè i pozzi e le tecnologie che, a prezzo dell’inquinamento dell’acqua, estraggono petrolio e gas dalle rocce scistose.

L’operaio maschio bianco ha fatto una cattiva scelta se crede che un riccastro imbroglione non lo dimenticherà. C’è da essere perplessi rispetto a chi suona la fanfara del trumpismo anche a sinistra ed intende passare sopra alle sue “piccole intemperanze verbali” giustificando, appunto, gli “strati bassi” che lo hanno votato con spirito di delega al Vendicatore e al Giustiziere. La realtà della stratificazione sociale odierna va affrontata in termini diversi di quelli classici 68ini, senza sperare che il mito della classe operaia di allora possa mai essere riproposto. Per questo potrebbe anche sorgerci il dubbio che siamo dispensati dallo “stare dalla parte dei rozzi e volgari metalmeccanici” persino se fossero, come in realtà nella mia esperienza lo sono, colti e civili molto di più di tanti Sciur Brambilla veramente cafonal. Mio nonno era un falegname comunista che scriveva poesie e suonava il clarinetto nella banda del Paese. E faceva anche il taglialegna a contratto nelle foreste della Sila in pieno inverno. L'arroganza e la villania non fanno parte, nel mio vissuto, della natura del popolo – e non attribuirei le caratteristiche egoistiche dei borghesi debosciati alla gente che sta ai margini della società, di cui ho potuto apprezzare lo spirito di umanità e di solidarietà ad esempio nelle mie esperienze carcerarie. Mi sono trovato, tra le sbarre, sempre a mio agio tra ladri, rapinatori, piccoli spacciatori di droga, più disteso che in certe riunioni di nonviolenti, in condizioni ambientali di sovraffollamento che avrebbero fatto perdere la pazienza anche ai santi. Quindi, per favore, “non adoriamo le parti posteriori del proletariato” (anche questo era un monito di Lenin): non diamo per scontato che gli operai “residui” debbano per forza condividere l'opinione di Trump che “le donne possono essere prese per la f...”. La classe operaia “residua” è ancora uno scrigno di dignità, ci dice Ken Loach nel suo ultimo film, vincitore della Palma d’Oro a Cannes: Io, Daniel Blake. Non credo affatto sia una favoletta per anime scemotte e “buoniste”.

Così come l'oppresso che si rivolta non deve reagire per forza con brutalità e cinica disumanità come un terrorista dell'ISIS. Quando il generale Giap morì ho letto articoli di encomio sul New York Times, un riconoscimento al “nemico” duro ma leale. Un nemico che glie le aveva suonate sul campo agli yankee – l'unico nella Storia – seppellendoli sotto colline di 50.000, diconsi 50.000, croci. E non è che mandassero nei dintorni di Saigon dei boy-scout ma dei bombardieri e degli elicotteri che vomitavano tempeste di napalm. Credete che il generale Giap avrebbe mai solidarizzato con qualcuno che si fosse fatto saltare per aria in un autobus di civili a New York? O avrebbe definito “martire” e premiato la famiglia di chi avesse accoltellato la prima bambina americana passata per strada? Anche per questa condotta di guerra, con l’idea di chi pensa alla pace futura e vuole trasformare i nemici di oggi in amici di domani, per i giri turistici sul Mekong che Jane Fonda poté compiere indisturbata, che i giovani USA divennero a migliaia renitenti alla leva bruciando nelle piazze le cartoline precetto. Anche per questo i Vietcong vinsero la guerra dando una lezione sempre attuale a chi sostiene di occuparsi di strategie e modelli di difesa alternativi.

 

Alfonso Navarra


Articoli correlati

  Malala a Trump: “Non voltare le spalle ai bambini indifesi”
  Carlo Forin. Prima vittoria della democrazia americana contro Donald Trump
  Carlo Forin. L’inferno dei viventi
  Claudio Mellana. Angela Davis, Donald Trump e Xi Jinping
  Mellana. Tra anatre
  Vincenzo Donvito. Il populismo sanitario
  Mellana. Trump!!!
  Michele Tarabini. La psicologia delle folle
  Brivio e Monti. Dopo la rielezione di Trump come si comporterà l’Europa?
  Andrea Ermano. Se voto “No” casca il mondo?
  Carlo Forin. Prima che Trump vinca
  Mellana. Profeti di sventura
  Mellana. Autodifesa pedagogica
  Carlo Forin. La vita è proprio bella!
  Carlo Forin. La vita è bella!
  Mellana. Incubi 2020
  Vincenzo Donvito. Dal caso Usa/Trump in poi (e prima)
  Francesco Cecchini. Donald Trump President
  Vincenzo Donvito. Habemus Biden
  Gianfranco Cercone. “Io, Daniel Blake” di Ken Loach
  Alfonso Navarra. Fukushima e il lascito nucleare in Italia
  Alfonso Navarra. A Vienna passi avanti verso il disarmo nucleare?
  Disarmisti esigenti. L'era atomica sta per finire
  Seminario Antinucleare in Valle Susa con Radio Radicale
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 6 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy