L'arte è la finestra attraverso cui l'uomo riconosce le sue facoltà più elevate
(libera citazione
da Giovanni Segantini)
La libertà dell'arte. Ma anche l'arte della libertà. Paul Signac (1863-1935) visse una vita felice, impegnata, armoniosa, nel segno della pittura, dell'amore per la natura (il mare in particolare) e della giustizia (era un pacifista militante).
In quel periodo operava e creava capolavori una magnifica congerie di artisti uniti anche dal vincolo degli ideali libertari: oltre a Signac, Camille Pissarro è in tal senso un celebre nome (preceduti da tale Gustave Courbet), come, a suo modo, pure il nostro Segantini.
Innovatore fu Signac, con il suo divisionismo, e formidabile acquarellista. La tecnica dell'acquerello gli consentiva di catturare gli effetti meteorologici più fuggevoli oltre che di svolgere la funzione di annotare rapidamente impressioni e di raccogliere schizzi, sovente fonte d'ispirazione per il successivo lavoro in atelier.
La mostra al LAC di Lugano lo celebra in tutta la sua forza, ed è raro trovare un autore capace di coniugare un'arditissima speculazione intellettuale con una meravigliosa e vitalistica spontaneità. “Riflessi sull'acqua”, il titolo della preziosa ed elegante esposizione, che naviga fra oli su tela e acquerelli – Juan-les-Pins. Soir, Ajaccio, Rotterdam. Le moulin du canal, Saint-Briac. Les balises, Saint-Cloud, Saint-Tropez. Après l'orage, Saint-Briac. Le Béchet, Antibes, vue de la Salis... – nei decenni della produzione di Signac, fra coerenza ed evoluzione, fra scintillio e luccicanza, fra paesaggi e sentimenti.
Lunga la strada percorsa da Signac: dalla Montmartre popolata di artisti all'amicizia con il “gemello” Georges Seurat, incontrato nel 1884, dall'Impressionismo al Pointillisme, a cui nella costruzione dell'immagine per il tramite di piccoli tocchi di colore puro – ricomposti nella retina dell'osservatore distante – non era estranea la ricerca scientifica e l'esplorazione dei fenomeni ottici (si vedano le ricerche del chimico Michel Eugène Chevreul). Un segno e un segnale, quest'ultimo, di come l'artista dovesse essere attento al mondo e al progressivo disvelamento dei suoi segreti.
Eppure questa tecnica “esasperata” (curioso il concetto delle linee direttrici della composizione: “inibitorie” se discendenti verso sinistra, “dinamogene” se ascendenti verso destra) non brucia l'emozione che alla vista delle opere si riversa dentro l'animo dell'osservatore: i porti di Francia, Venezia, Costantinopoli... è un viaggio continuo, fantastico, nel colore e nella varietà umana... «Alla foga impressionista degli esordi si contrappongono le limpide policromie del divisionismo, il giapponismo audace degli acquerelli contrasta con la libertà dei fogli dipinti en plein air, mentre i grandi disegni preparatori a inchiostro di china diluito ci rivelano i segreti di composizioni serene, a lungo meditate in studio». Era davvero un uomo e un artista di molteplici sfaccettature Paul Signac; in lui convivevano immediatezza e complessità, l'approccio diretto alla visione e una superba elaborazione tecnica. Peraltro uno dei tanti meriti di Signac è stato quello d'aver figliato non poche discendenze artistiche, oltre a essere stato una fondamentale figura di scambio (vedi gli incroci con Claude Monet, Paul Cézanne, Henri Matisse e Pierre Bonnard) ed essenziale elemento di snodo.
L'itinerario tematico e cronologico della mostra, curata da Marina Ferretti Bocquillon, si conclude con una ricca sezione documentaria utile a comprendere le teorie del colore e della sua percezione, così come utilizzate dai neoimpressionisti nella loro avventura artistica. Le opere esposte in “Riflessi sull'acqua” costituiscono uno dei più importanti nuclei di Signac in mani private. E ciò che in definitiva emerge con la potenza della sua arte è l'immagine di un intellettuale felice, positivo, seppur conscio dei problemi sociali in quella temperie che fu l'Europa fra XIX e XX secolo, fra gioia panica, potenzialità sterminate di sviluppo e sterminanti e terribili conflitti. Una sperimentazione, quella di Signac, mai sterile, bensì feconda, carica, ricca.
Ed è facile incantarsi e perdersi innanzi a Saint-Malo. Les voiles jaunes, Loguivy, La Corne d'or. Matin, Avignon. Matin, Marseille. Le Vieux Port, Avant du Tub. Opus 176, Saint-Tropez. Fontaine des Lices...
Signac, il figlio del sellaio Jules Jean Baptiste, una finestra sul mondo. A piccoli tocchi, con grazia, potenza, stile, pragmatismo e idealismo. Un gigante. Il San Paolo del Neoimpressionismo, ma non dogmatico né mai schematico. Un rivoluzionario gentile.
Alberto Figliolia
Paul Signac-Riflessi sull'acqua. LAC Lugano Arte e Cultura, piazza Bernardino Luini 6, Lugano. 4 settembre 2016-8 gennaio 2017.
Orari di apertura: da martedì a domenica 10-18, giovedì 10-20, lunedì chiuso.
Info: tel. +41 (0)918664230; info@masilugano.ch; www.masilugano.ch.
Catalogo Skira/MASI Lugano, 192 pp., euro 35.