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Sandra Chistolini. La Fattoria pedagogica di Lisbona 
Esperienza e conoscenza del mondo rurale per la formazione di cittadini responsabili
09 Ottobre 2016
 

Nell’area della città chiamata Olivais si trova la Quinta Pedagógica, ovvero la Fattoria pedagogica, la City Farm, nella terminologia della Federazione europea che collega esperienze di questo genere in rapida espansione.

La Quinta Pedagógica è uno dei luoghi più conosciuti ed amati a Lisbona. Frequentato giornalmente da bambini e persone di ogni età, risponde a quella ricerca di ristoro che fa riprendere il fiato e sottrae all’inquinamento metropolitano. Soddisfa il vivo desiderio di guardare da vicino gli animali, piccoli e grandi, di assaporare frutti colti direttamente dall’albero, di ammirare la bellezza di piante e fiori, di giocare, di muoversi, di nascondersi, di divertirsi a cucinare pietanze saporite preparate con l’aiuto di insegnanti, educatori, operatori professionali. Il biologo e il veterinario sono sempre presenti, pronti a dare consigli e a mostrare in che cosa consista il loro lavoro. I bimbi più interessati diventano addirittura veterinari per un giorno. Ricevono gli attrezzi e i saperi del mestiere ed assumono, con grande serietà, il nuovo ruolo e gli inaspettati compiti.

L’ingresso è gratuito, tutti possono entrare anche solo a curiosare. Ognuno può sedersi, leggere, pensare, camminare, correre, giocare e fare tante altre cose all’aria aperta. Ogni persona è accolta con grande cortesia nello spazio, in parte libero, in parte attrezzato, e il benvenuto è una riappacificazione con la natura curata in ogni sua manifestazione. Il terreno sul quale sorge la Quinta Pedagógica è lo stesso nel quale un tempo esisteva una vera fattoria. Gli adulti cinquantenni ricordano quando da bambini andavano dal contadino a comprare i prodotti della terra e quando vedevano la mungitura, bevevano il latte fresco e mangiavano il buon formaggio dall’odore di capra. Allora non c’era il supermercato e il marchio europeo era racconto di fantascienza. Contadini ed agricoltori vivevano in ambienti naturali per la coltivazione, la lavorazione e la vendita di quanto producevano giornalmente.

La municipalità di Lisbona ha fatto in modo di mantenere lo spazio secondo la destinazione originaria, trasformandolo in luogo di contatto con la natura e di educazione alla cultura biologica, alimentare, rurale, con la strutturazione di un ecosistema, a dimensioni ridotte, ma completo.

Le scuole concordano il programma delle giornate di visita e di sperimentazione prevedendo momenti di piena partecipazione alla vita quotidiana della Fattoria con attività agricole, con attività con gli animali domestici, con percorsi di produzione ed uso di pane, burro e marmellata, biscotti e dolci a volontà. Tre grandi e spaziose cucine sono adibite per la sosta laboriosa dei bambini e degli insegnanti. Farina, uova, acqua non mancano. Quello che in più dovesse servire si procura all’istante. Da piccini si mettono le mani in pasta e si apprende la composizione scientifica degli ingredienti che diventano la delizia dei nostri palati. Il passaggio dal discorso scientifico all’esperienza dei sapori e degli odori contiene un indubbio valore di fratellanza e di unione dei talenti. Non mancano i giochi naturali con materiali artigianali disposti nell’area destinata all’invenzione, alla costruzione, al movimento. La casa sull’albero cattura la fantasia di tutti i bambini. La costruzione dello spaventapasseri e l’esposizione artistica delle produzioni riuniscono classi con ragazzi di età diversa.

La Quinta Pedagógica ha fatto i primi passi nel 1993, è stata inaugurata nel 1996 e dal dicembre 2015 è una struttura gestita dalla Direzione Municipale del Verde, dell’Ambiente e dell’Energia. Rientra in un progetto di educazione non formale, integrata alla formazione scolastica. Persegue sia gli aspetti pedagogici che quelli ludico-ricreativi permettendo ai bambini di rivivere le tradizioni locali con una attenzione particolare alle ricorrenze del calendario rurale: c’è il tempo della semina e c’è il tempo della raccolta. La sua visione si riassume nel miglioramento continuo di quanto viene offerto ai cittadini e rappresenta un esempio pedagogico di eccellenza nell’ambito del servizio pubblico moderno, funzionale, intonato alla sostenibilità ambientale ed inteso alla formazione del cittadino. La sua missione si esplica nella ricerca di esperienze che avvicinano le generazioni con l’esplorazione di vie di innovazione didattica e di educazione interculturale. A questo proposito, si possono citare le visite degli induisti che portano da mangiare alle mucche e che mostrano, con il loro comportamento, il valore sacro attribuito a questi animali dalla loro cultura. I programmi sono quindi articolati così da rispondere alle esigenze delle scuole, delle famiglie, degli anziani, dando alla celebrazione delle ricorrenze stagionali e al ricordo delle festività una rilevanza condivisa. La memoria attraversa natura e cultura. Scienze naturali e scienze umanistiche qui sono cittadine dello stesso Pianeta Terra. I bambini sono educati con esperienze spazio-temporali ed in accordo con la dimensione culturale della vita sociale. In modo attivo e creativo partecipano ai doni della natura ed apprendono i cicli dell’esistenza del mondo rurale, imparano la relazione tra cultura raccontata e natura sperimentata. Di ogni specie animale vi è una coppia per favorire la riproduzione. Quando la quantità degli esemplari aumenta sono previste forme di scambio gratuito con aziende agricole convenzionate, senza soppressione delle unità.

Il biologo Paulo Lopes, che opera da anni nella Quinta Pedagógica, racconta di aver visto arrivare bambini che si nascondevano impauriti alla vista della gallina e di aver osservato come la visita alla Fattoria avesse favorito la conoscenza e la fiducia. Si ha paura dell’animale che non si conosce. Pian piano, la vicinanza, la possibilità di toccare ed accarezzare, le opportunità del fare amicizia con questi esseri viventi creano la situazione dell’apprendimento consapevole e della lezione della natura. La paura lascia il posto alla scoperta interessante. I bambini fanno l’esperienza degli odori più diversi, ed i maialini sono presto amati e vezzeggiati. Portare da mangiare alle capre, cercare di salire sui cavalli, rincorrere i pavoni sono motivi di divertimento e di educazione. L’orto è un’altra esperienza unica sia per il contatto con le piantine che crescono, sia perché i bambini contribuiscono all’opera di cura svolta anche dai ragazzi disabili e dai giovani partecipanti ai programmi di recupero sociale.

Per le grandi sale, presenti all’interno dell’edificio principale della Fattoria, si è scelto il disegno architettonico che predispone pareti mobili così da ospitare visitatori, conferenze, laboratori e tanti momenti di formazione, ben organizzati per tempi, finalità, risorse, materiali prevalentemente non artificiali, senza escludere carta e penna, colori e pennelli. La biblioteca dentro la Fattoria, e quella adibita nelle vicinanze, lavorano in accordo con i progetti pedagogici e sono la risorsa letteraria della cultura della sostenibilità. Infine, non va trascurata l’azione educativa sul territorio. Periodicamente la Quinta Pedagógica diventa mobile ed itinerante, esce da Olivais, si reca in altri quartieri di Lisbona e, gradito ospite invitato dalla città, indossa per un giorno il vestito della campagna in festa, parla anche inglese e instaura il dialogo con la cittadinanza radunata per l’occasione.

Quando termina la scuola elementare la passione per l’ambiente rurale diminuisce, l’adolescenza guadagna le sue regole di sviluppo, gli spazi di libertà acquistano un altro significato, ci si sente troppo grandi per fare quello che si adorava da bambini, e sembra di fatto più difficile progettare programmi di educazione scientifico-naturale nella Fattoria pedagogica. Per questo l’esperienza della prima infanzia e delle scuole primarie è estremamente importante. Essa è il presupposto alla sensibilizzazione e alla crescita di una coscienza di responsabilità per la tutela ambientale. Si capisce che alcune esperienze se non si fanno da piccoli non potranno essere più vissute con la stessa intensità e con lo stesso valore educativo che ricoprono negli anni nei quali la natura parla al bambino con il linguaggio dell’autenticità.

La rete europea, conosciuta come European Federation of City Farms (EFCF), comprende realtà diverse che, con progetti di incontro tra ambiente rurale e ambiente urbano, s’impegnano alla costruzione di un futuro nel quale la comunità possa effettivamente vivere in armonia con la natura.

Esperienze analoghe in Italia riguardano le Fattorie urbane, i Parchi giochi, l’Asilo e la Scuola nel bosco e, prima ancora, quelle Scuole all’aperto nate agli albori del Novecento pedagogico del secolo scorso di cui la Scuola Rinnovata Pizzigoni di Milano rimane una coscienza vivida e costante.

 

Sandra Chistolini

 

 

Approfondimenti: Quinta Pedagógica dos Olivais


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