Si dice che il viaggio è negli occhi. Negli occhi di chi viaggia. E gli occhi significano mente, nonché la vista del cuore, ossia lungimiranti panorami. Gianni Montonati è un fotografo di lungo corso e curiosità, capace come pochi di un approccio umanistico. Non fa eccezione questo reportage di una quarantina di fotografie che si dipana lungo le vie dell'India: che siano di terra, di pietra o d'acqua.
L'India, Paese molto amato da Montonati, luogo brulicante di umanità: varia, disparata, talora disperata, coloratissima, spirituale, antica ed estremamente legata alla contemporaneità. Luogo di contrasti, potenzialità e sentimenti. Sito di storie infinite e d'incredibili eventi come il Kumbh Mela, il più grande raduno religioso del pianeta, dal nostro fotografo immortalato in preziosi e straordinari scatti.
Il Gange e Varanasi, le folle e i bambini, uomini sacri e fedeli, sorrisi terreni e mistici... Quanto mondo trapela!
Ascoltiamo le parole del viaggiatore e artefice del viaggio... «Avevo sentito parlare del Kumbh Mela in un precedente viaggio in India. Al rientro mi documentai, ma purtroppo il Maha Kumbh Mela era appena stato festeggiato e per ritrovarlo della stessa importanza dovevo aspettare 12 anni, ma la fortuna mi ha aiutato perché quello che sarei andato a visitare nel 2001 era quello più importante da 144 anni, e non ce ne sarebbe stato un altro della stessa importanza per altri 144 anni. Mi organizzai e trovai due amici, Cesare Castelli e Saverio Cunetto, che mi accompagnarono nell’avventura. Da informazioni raccolte scoprii che oltre a tutti i benefici dei quali avremmo potuto godere presenziando per almeno quattro giorni sul Sangam, il luogo dove confluiscono i tre fiumi sacri, Gange, Jamuna e il mitologico Sarashwati, che dovrebbe sorgere da sotto terra dove si incontrano gli altri due fiumi, scoprii che se il pellegrinaggio fosse passato anche per Varanasi, città sacra, avremmo ricevuto ancora più benefici. Inoltre, se fossimo stati presenti anche all’alba più sacra – quella del 24 gennaio 2001 – sarebbe stato il massimo. Decidemmo quindi di eseguire il pellegrinaggio come se fossimo stati dei pii indù. Bene, è stato una delle esperienze religiose più toccanti che mi sia mai capitato di vivere. Senza interruzione di continuità, giorno e notte, arrivava sul Sangam una moltitudine enorme di pellegrini: qualche ora di ressa inimmaginabile per arrivare all’acqua, immergersi con i dovuti rituali, uscire intirizziti, asciugarsi, cambiarsi e preparare un frugale pasto benedetto, fare offerte ai poveri (ma erano poveri anche coloro che facevano le offerte), il tutto con gli altoparlanti che trasmettevano musica sacra e avvisi di persone smarrite a volume pazzesco, in continuazione... L’alba più sacra bloccò tutti in una spasmodica attesa: mi sembrava un’atmosfera irreale, poi appena il sole fu visibile attraverso le brume del mattino, tutto si rimise in moto. La mostra Pellegrinaggio al Kumbh Mela è un piccolo reportage del viaggio effettuato».
Un racconto davvero affascinante. Una plurimillenaria civiltà riaffiora dalle immagini. Una moltitudine di incontri colma l'anima. Donne dalle vesti d'arcobaleno, coloro che si bagnano in leggendarie acque con fiducia e abbandono, fuochi improvvisati, bambini sorridenti, materia e spiritualità, carne e misticismo, gioia panica e fede, santoni, panni da lavare e “fachiri”, offerte votive e mezzi di trasporto che ben si possono definire creativi, camion stipatissimi e barbe fluentissime... Con le fotografie di Gianni Montonati viaggiamo anche noi, cercando di capire. E nuovi orizzonti si spalancano.
Alberto Figliolia
Pellegrinaggio al Kumbh Mela, Centro Culturale-Biblioteca Cascina Grande, via Togliatti, Rozzano (Mi). Sino all'1 ottobre.
Info: tel. 02 8925931; www.cascinagrande.it.
Ingresso libero.
Kumbh Mela e Maha Kumbh Mela. Che cosa sono?
Il Kumbh Mela è l’instaurazione temporanea di una città celeste, la costruzione di un sogno collettivo, la manifestazione della fantastica esistenza sulla terra degli uomini vincolati a Dio. L’India è un Paese sacro con molte divinità e molte celebrazioni, ma forse l’evento sacro più importante per un induista è il Kumbh Mela, che raggruppa indù provenienti da tutto il paese, e il mondo, insieme. In questa occasione gli induisti dimenticano le caste a cui appartengono, gli stati di provenienza o il loro status sociale, e prendono parte alla celebrazione di massa del Kumbh Mela.
Per la dimensione dell’evento il Kumbh Mela può fregiarsi del titolo acclamato del “più grande raduno umano nel mondo”. I pellegrini vengono al Kumbh Mela pieni di questa grande devozione, e in un numero così schiacciante che la mente vacilla. Sembra un oceano di esseri umani. Il Kumbh Mela è quindi un pellegrinaggio hindu di massa che si celebra in quattro luoghi principali: Prayag o Allahabad, Haridwar, Ujjain e Nashik. La Maha Kumbh Mela (Grande Kumbh Mela) si celebra ad Allahabad ogni 12 anni e dopo 12 cicli – e di conseguenza dopo 144 anni – si celebra il Purna Kumbh Mela (Completa Kumbh Mela).
All’ultimo Maha Kumbh Mela del 2001 parteciparono circa 60 milioni di persone, rendendo il rito il più grande raduno mai svolto nel mondo. Questo festival religioso vede riunirsi milioni di pellegrini, sadhu, e religiosi induisti di ogni gruppo. Lo scopo di questo incontro è squisitamente ecumenico: si tratta di 40 giorni di incontri, di musica devozionale, di mantra, di dibattiti filosofici, rappresentazioni sacre, in cui tutti i pellegrini si bagnano insieme nelle acque dei fiumi sacri per celebrare l’universalità della vita spirituale. Fedeli e pellegrini giungono da ogni parte per partecipare a questa celebrazione e si riuniscono per un bagno nelle sacre acque del divino fiume Gange in quanto si ritiene che il bagno purifichi e lavi via i peccati e il male passato nella vita dell’individuo.
Mela sta per “Festa” e la parola Kumbha significa “Vaso“, “Contenitore” “Brocca”, e si riferisce al contenitore del nettare divino dell’immortalità “Amrita” dal quale, durante la contesa tra dei e demoni, caddero delle gocce sul pianeta Terra. Il Kumbha inteso come vaso simboleggia l’utero, la forza generatrice, identificata con le dee madri. Nella mitologia indiana diversi personaggi sono nati da un vaso, considerato il ricettacolo di ogni forma di vita. Il Kumbha Mela è quindi la “Festa del vaso” o “Festa della brocca”; il Maha Kumbha Mela “La grande festa del Vaso” si tiene a Prayaga (Allahabad) ogni 12 anni, quando il sole entra in Ariete e Giove è in Acquario.
Il Mela affonda le sue radici nella remota antichità, quando vasi contenenti vari cereali venivano portati in determinati luoghi lungo le rive dei fiumi, immersi nell’acqua e poi riempiti con altri semi per assicurare un abbondante raccolto. La scelta delle quattro città come sede del Kumbh Mela ha una spiegazione mitologica.
Dalla profondità dell’oceano risalì il vaso che conteneva il nettare dell’immortalità Amrita, e subito gli asura se ne impadronirono e fuggirono. Si ritiene che durante il periodo vedico, quando dei e demoni tenevano le redini del mondo, il duo formato da un accordo temporaneo per lavorare insieme per sfornare l’Amrita dall’Oceano Lattea condivideva equamente il nettare. Ma quando il Kumbh (vaso, brocca) contenente l’Amrita apparse i demoni fuggirono con esso. Gli dei li inseguirono e combatterono con loro per 12 giorni e notti (equivalente a 12 anni umani) nel cielo per il suo possesso. Durante questa battaglia gocce di Amrita caddero sulla terra in quattro punti: Prayag, Nasik, Haridwar e Ujjain. A causa delle gocce di Amrita questi luoghi acquisirono potere mistico e divennero la sede del Kumbh Mela.
Le quattro località, come detto sono Prayag vicino a Allahabad, Haridwar, Ujjian e Nasik. Ogni anno si tiene una Magha Mela (Festival di gennaio) spirituale in uno dei quattro luoghi dove caddero le gocce di nettare dal vaso divino: Prayag (Allahabad in Uttar Pradesh), Nasik (nel Maharashtra, sulle rive del fiume Godavari), Ujjain (in Madhya Pradesh, nei pressi del fiume Ksipra), e Haridwar (nell’Uttranchal, sui contrafforti dell’Himalaya dove il possente fiume Gange entra nella pianura dall’Himalaya).
Prayag alla confluenza tra Gange, Yamuna e Sarasvati è considerata il più importante tra questi quattro luoghi santi, e la Kumbha Mela di Prayag è quella che attira il maggior numero di persone. In cicli di 12 e 144 anni la Kumbha Mela acquista un maggior potere spirituale, e viene quindi chiamata rispettivamente Maha Kumbha Mela e Maha Purna Kumbha Mela.
L’ultima Maha Kumbha Mela si è avuta nel 2013, il prossimo Maha Kumbha Mela si terrà nel gennaio 2025. A metà del ciclo di 12 anni (cioè ogni 6 anni) si tiene una Ardha Kumbha Mela, leggermente meno importante della Maha Kumbha Mela.
Il periodo astrologico propizio nel quale si tiene questo festival va dalla luna piena del mese di Pausha (gennaio) al famoso Makara Sankranti (5 giorni dopo, è l’ingresso del Sole nel segno del Capricorno secondo il calendario astrologico indiano, che considera la precessione degli equinozi e quindi è leggermente diverso da quello occidentale), alla luna nuova dei Muni (“Santi” e yogi, 10 giorni più tardi rispetto a Makara Sankranti), al quinto giorno lunare successivo (Vasanta Panchami, 5 giorni dopo la luna nuova) che celebra l’inizio della primavera in India e festeggia la dea Sarasvati, alla luna piena del mese di Magha (febbraio, 11 giorni dopo Vasanta Panchami) fino a Maha Shiva Ratri (la festa di Shiva, in cui si celebra il suo matrimonio con Parvati, 13 giorni dopo, cioè alla luna nuova successiva).
Si ritiene che durante questo periodo, il passaggio dalla Terra verso altri pianeti è aperto, e l’anima può facilmente raggiungere il mondo celeste. Così, con il bagno nel fiume sacro, i peccati del passato vengono lavati via e l’anima raggiunge la Moksha (diventa ammissibile per la liberazione dal ciclo di nascita e morte). Le persone fanno il bagno rituale nel fiume sacro secondo un calendario di date predeterminate, dimenticando le temperature estreme. Questo bagno nel fiume “snam” offre la purezza, la ricchezza e fertilità, lava via i peccati di coloro che si bagnano in esso.
Le date precise, che sono basate sul calendario lunare e non su quello solare e quindi variano da un anno all’altro, possono essere ottenute dai vari centri di cultura vedica presenti in tutto il mondo. Nelle scritture vediche è detto che abitando per almeno tre giorni alla confluenza dei tre fiumi sacri si conquista il paradiso, e bagnandosi nelle acque sacre nei momenti propizi si ottiene la liberazione dal ciclo di morti e rinascite, purificandosi da ogni peccato.