C’è, nella raccolta Con gli occhi del cuore di Paola Mara De Maestri, un forte sentire il passaggio del tempo.
Tempo che regala altro tempo o che porta via presenze e occasioni. E forte, su tutto, il sentirsi radicata in un lieto passato, fatto di ricordi di un’infanzia serena, a contatto con la natura e con l’amore genitoriale, soprattutto dell’amatissimo padre. Ricorre, infatti, con frequenza l’immagine dell’albero, albero sempreverde, imperituro a restare, man mano che i cerchi di altrettanta vita ne scalfiscono il tronco. Un elemento vitale e possente, da cui sbocciano nuovi germogli, le esistenze dei figli. È così che si viene a creare quell’indistruttibile filo invisibile / ricordo indelebile - ponte tra il vecchio e il nuovo - che con amore continua a restare teso.
Il tempo può diventare carceriere, dunque, e farci sentire prigionieri nelle sue maglie, quando forte è il dolore per un lutto, ad esempio, e la nostalgia ci assale. Allora diviene arcigno tiranno - unico ostacolo alla felicità.
Un tonfo. E la vita rovesciò il suo volto.
Le tue radici sentivo ancora salde
Ed invece tu - albero del mio primo germoglio -
Già viravi verso l’infinito.(…)
ed io - fiore della tua pianta –
Senza di te
Sono precipitata nella terra
Riarsa dal fuoco e dal vento (…)
(da Albero del mio primo germoglio)
Ma, sembra suggerire l’autrice con la sua poesia, se ci si lascia andare all’amore, ci si fa avvolgere e coinvolgere dalla sua potenza, il tempo che scorre può davvero poco contro un sentire che si perde nel senso dell’eternità:
(…) L’amore ha radici profonde
niente lo scalfisce
anche il tempo non riesce a rubare
questo sentire che sa di eterno.
(da L’amore è…)
Quando ci si abbandona a teneri ricordi, allora il tempo sa diventare magico ed è in grado di riverberare in noi il canto di un eterna dolcezza.
(…) Ritorno a mio padre bambina,
il profumo di sole saliva dalla cucina
con la borsa di vino prendeva le scale
rosso di fisarmonica e la nostalgia m’assale.
Ritorno ai fiori di campo e al verde del grano
Quando il domani sonnecchiava nel pugno di una mano (…)
(da Ritorno a mio padre)
È un tempo mai finito / di un sogno che continua a pulsare.
Ma ad un certo punto arriva il momento della primavera, della vita nuova, che con la sua forza dirompente stempera il riavvolgersi del nastro: è con le poesie dedicate alla nascita del figlio Gioele che Paola Mara De Maestri riveste i suoi versi di nuove luci: la tua luce mi irradia il cuore; / quell’intramontabile luce / ritratto indelebile di principio e fine; bocciolo di luce che sa tenermi per mano e rischiarare il mondo.
A te novello germoglio,
fiore novembrino
sbocciato allo sfuocare del giorno:
pensiero, poesia, cuore.
L’attesa
- falò di emozioni
intagliate nel ceppo dei ricordi -
sopravvive allo scivoloso ribollire del tempo
al tiepido sbadiglio quotidiano,
al fragoroso tuonare dell’ignoto.
Per te che t’illumini, m’illumini
il primo e ultimo respiro
trovano specchio
nel sorriso che apre al cielo.
(A Gioele)
E allora, davvero, la felicità non abita lontano e il suo segreto è forse capire che siamo noi / gli inconsapevoli artefici del nostro divenire.
Annagloria Del Piano
Paola Mara De Maestri, Con gli occhi del cuore
Lampi di stampa, 2014, pp. 64, € 8,50