Genova – Il pericolo nuceare non appartiene al passato, ma è più grave che mai e mette in gioco l’esistenza stessa del nostro mondo. Il 6 gennaio scorso Kim Jong-un, leader nordcoreano, aveva comunicato al mondo – non creduto – di aver fatto esplodere la sua prima bomba all'idrogeno, di una potenza distruttiva da cento a mille volte superiore all'atomica convenzionale. L’8 settembre la Corea del Nord ha effettuato un nuovo test in località Sengjibaegam, vicino alla base militare di Pungyye-r, producendo un terremoto di magnitudo 5.3. Fonti dell'intelligence rivelano che gli scienziati nordcoreani sarebbero riusciti a miniaturizzare le testate, che ora possono essere lanciate con razzi a lungo raggio, in grado di raggiungere qualsiasi punto del nostro pianeta.
Nel frattempo diventano sempre più credibili le notizie secondo cui l'Iran, a propria volta avrebbe avviato un programma bellico nucleare in una base sotterranea. Siamo sull'orlo del precipizio e stiamo affidando il nostro futuro a figure e organizzazioni politiche, militari e massoniche senza spessore morale né ideali civili, ma interessate solo ad accumulare ricchezza e potere. Con gli strumenti della cultura e dell’azione nonviolenta, dovremmo riprenderci il futuro del pianeta, ma siamo troppo divisi, avidi, pigri e vigliacchi per farlo.
Roberto Malini