Firenze – “Pappaaaa!!!”. La parola è magica: si interrompe qualsiasi attività, anche quella preferita del mio amico carlino, cioè dormire. Mi punta, in piedi sulle quattrozampe, posizione plastica, occhi sgranati fuori dalle orbite, testolina leggermente piegata sulla destra, alternata alla sinistra. Linguetta leggermente fuori, insomma espressione di facile lettura, Perry è pronto allo scatto per la ciotola.
I cani hanno la capacità di distinguere i vocaboli e l'intonazione della voce umana. Ma, e questa è la vera novità scientifica, lo fanno attraverso regioni del cervello simili a quelle che usano gli uomini. Lo dimostra un nuovo studio che appare su Science, a firma di scienziati della Semmelweis University di Budapest (Ungheria).
“Si va al bar?” Espressione miracolosa e Leon si presenta alla porta e guarda guinzaglio, bandana e attrezzatura varia utile per andare in quel luogo di delizie chiamato “bar”. Al “bar”, infatti, se ti presenti a quattrozampe e con la coda, fai la faccia da morto di fame, occhio languido e goccia che cola dalla bocca, c’è la certezza che dall’alto cadano una marea di prelibatezze.
Attila Andics, etologo della Eötvös Loránd University di Budapest, ha misurato l'attività neurale di 13 cani addestrati per rimanere immobili in una risonanza magnetica funzionale (fMRI), mentre ascoltavano una serie di frasi pronunciate dal loro addestratore. I cani hanno udito complimenti pronunciati in tono di lode; complimenti pronunciati in tono neutrale; e parole senza significato emesse sia in tono di lode, sia neutro. L'emisfero sinistro si è attivato in modo preferenziale per distinguere le parole con un significato da quelle senza senso, proprio come avviene nell'uomo, e in modo indipendente dall'intonazione; quello destro è apparso invece attivo nel discriminare le parole pronunciate in tono di lode da quelle neutre (un meccanismo che vale per tutti i suoni umani o canini, e non solo per le parole di senso compiuto).
“Chi è stato?” Se davanti ad un qualche danno dico questa frase con tono arrabbiato, la risposta è nel loro comportamento: sguardo basso o girato da un’altra parte, coda tra le gambe. C’è chi mi si struscia addosso per farmi giocare e distrarre e chi quando possibile scappa via dal luogo del misfatto! Ma dalla faccia, il colpevole si trova sempre. Indizio o prova certa che sia!
Ancora sicuri che gli manchi la parola?
Donatella Poretti
(da Aduc > “Vita da Cani”, 31 agosto 2016)