Il discorso sulla natura si conserva inalterato nella sua essenza fondamentale come carattere indelebile della affermazione dell’uomo che nella natura vive, che la natura stravolge e che della natura diviene stregone e alchimista.
I tentativi affannosi del farsi persona responsabile in una società acefala che appare piuttosto senza senso etico che maturata alla luce della profonda consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni, assumono sempre di più la forma compiuta della ricerca delle strategie attraverso le quali riappropriarsi della propria identità umana a rischio di dispersione. Vivere il disagio della società contemporanea, sebbene non sia sufficiente per varcare la soglia del rinnovamento, diviene indispensabile per sentire che il cambiamento deve farsi strada da subito. Invertire la rotta, dalla disperazione alla speranza è un imperativo pedagogico improcrastinabile. Il filosofo Arthur Schopenhauer parlando di Metafisica della natura, opera originariamente apparsa nel 1913 e tradotta in italiano nel 1993, ammoniva a prendere coscienza della reversibilità di un processo perpetuo identico nella sua essenza: impariamo a conoscere la natura, a partire da comprensione della nostra essenza, e viceversa, avvertiamo che la conoscenza dell’essenza della natura insegna a comprendere la nostra stessa essenza. Quanto più l’uomo lascia che la natura si riveli ai suoi sentimenti, tanto più egli diventa consapevole della sua essenza. Ricominciare dal proprio corpo per aprirsi alla natura e lasciare che la natura insegni a scoprire come si è e perché si è al mondo è una questione di esperienza e verità. Sperimentiamo l’intima essenza di noi stessi e della natura e, simultaneamente, apprendiamo la verità dell’esistenza.
Dalla filosofia rappresentazione del mondo, al mondo rappresentato dall’infanzia emerge qualcosa che prende i contorni di quello che educatori e maestri chiamano Asilo nel bosco.
L’Asilo nel bosco è una scuola senza pareti, realizzata tra alberi, prati, montagne e mare, dove i bambini vivono sotto il sole e sotto la pioggia, con il vento che accarezza i loro volti ridenti e con la grandine che si presta docilmente al gioco della rincorsa tra cielo e terra. Si tratta di una ipotesi pedagogica mondiale che accoglie bambini degli ultimi anni del nido e della scuola dell’infanzia, con qualche estensione alla scuola primaria. Le attività educative si svolgono quasi completamente all’aperto per favorire la formazione di un sano rapporto con la natura. I bambini imparano facendo, in un contesto permeabile alla loro curiosità ed alla loro immaginazione. Gli educatori accompagnano i piccoli a crescere secondo i principi dell’autonomia e della creatività. Flora e fauna, luce ed ombra, acqua e terra sono i centri di interesse di una sperimentazione del mondo naturale nella quale la sostenibilità si chiama rispetto per le creature viventi. L’Asilo nel bosco di Ostia Antica (Roma) nasce nel 2014 con la sua prima esperienza a diretto contatto con l’ambiente naturale, nel 2016 accoglie anche la scuola elementare e in due anni ha condotto corsi di formazione intesi a favorire azioni analoghe, con sostenitori provenienti prevalentemente da Italia e Germania. L’ideazione si fa risalire a Ella Flatau, una mamma che, intorno al 1950, in Danimarca, a Søllerød, nel dedicare molto tempo ai suoi bambini e nella condivisione del gioco nel bosco, fece di questa esperienza una scuola dell’apprendimento libero, fuori della classe, ben presto ripresa al Nord dell’Europa e in altri luoghi, situati in più continenti. In Italia gli Asili nel bosco al momento nascono soprattutto per interessamento di genitori, educatori, associazioni e sono gestiti privatamente. Del tutto innovativa è La scuola nel bosco dei conigli di Anzio (Roma) inserita nel IV Istituto Comprensivo e ben accolta dalle amministrazioni locali.
Il movimento delle scuole nuove della fine dell’Ottocento aveva del resto già compreso la lezione di Rousseau e di Pestalozzi aprendo porte e finestre alla campagna, ambiente nel quale i bambini dovevano poter vivere la propria esperienza di crescita individuale e collettiva, secondo le leggi dello sviluppo biopsicofisico e sociale. Tolstoj in Russia e Tagore in India furono a loro volta fautori di una educazione all’aperto. Nel primo Novecento, nei pressi di Roma, fu aperta la prima scuola dell’Agro Pontino e a Milano Giuseppina Pizzigoni diede vita alla sperimentazione della scuola all’aperto con La Rinnovata Pizzigoni, entrata a pieno titolo nel sistema nazionale dell’istruzione primaria. Alcune scuole nel bosco sono oggi riconosciute dallo Stato, come in Germania avviene per la Waldkindergarten di Flensburg, altre sono inserite nei servizi per l’infanzia di centri specializzati, come si rileva in Gran Bretagna che attualmente riunisce le varie realtà nella Forest School Association. Le scuole nel bosco prevedono anche la formazione dei docenti, secondo metodologie attive e partecipate. Esiste una ampia articolazione nelle realizzazioni che si spostano dall’istruzione formale a quella informale. Qualcuna è parte integrante del sistema formativo ufficiale, qualche altra è una vera e propria scuola alternativa. La “Mappa della scuola che cambia” pubblicata da Terra Nuova (2016) fornisce il censimento annuale sulla distribuzione regionale delle iniziative registrate.
Le diciture presenti nelle diverse lingue sono: Scuola nel bosco, Waldschule, Forest School, Bosquescuela, Skogsmulle, Skovbørnehave, L’école en forêt o L’école dans les bois. Il programma di insegnamento ha carattere globale, ecologico, ed in esso un posto prioritario è assegnato all’educazione all’ambiente e alla sostenibilità. L’alimentazione è prevalentemente biologica e i materiali pedagogico-didattici sono naturali con somiglianze con quanto rilevabile nella Scuola Waldorf ispirata alla pedagogia di Rudolf Steiner. Asili e Scuole sono oggetto di studio sistematico e fanno parte della cosiddetta Pedagogia del bosco o, in senso più ampio, della Pedagogia della natura. La Waldpädagogik studia questo fenomeno nuovo ed antico che appartiene al movimento mondiale conosciuto come Waldkindergartenbewegung.
Sandra Chistolini
Approfondimenti: “L’Asilo nel Bosco di Ostia Antica sulle orme che da Thoreau a Lietz hanno aperto la scuola alla natura”