La tesi di Roberto Maroni è che la legalizzazione della cannabis aumenti i profitti della mafia. Cita come 'prova' il suo intuito di ex Ministro dell'Interno.
Mi pare una prova abbastanza debole, in contrasto con la realtà: dove finora è stata legalizzata la cannabis per uso ricreativo il mercato criminale ha assunto dimensioni residuali e i relativi profitti sono crollati, mentre sono esplose le entrate fiscali legate al mercato legale.
Ma, soprattutto, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ha presentato al Parlamento una meditata relazione in cui si dicono cose opposte a quelle del Presidente della Regione Lombardia.
Se Maroni ha altri dati potrà sempre fornirli, citando prove un po' più corpose della sua esperienza al Viminale, in un periodo, peraltro, in cui il consumo di cannabis in Italia ha continuato a rimanere formalmente proibito e sostanzialmente incontrollato e in aumento, come sotto tutti i suoi predecessori e successori.
Se Maroni non cita le fonti, le sue sono solo chiacchiere agostane.
Benedetto Della Vedova