FARSA
Personaggi:
Floripondio, il padre
Floripondia, la madre
Floripondito, il figlio
La vicina Tranquillina
Un medico.
Appartamento di casa ricca. Floripondito, ragazzo di 15 anni, piuttosto grande, è sdraiato in una culla, dalla quale escono fuori i piedi. Anno 1959. La madre, con aria di grande preoccupazione, è seduta accanto alla culla del bimbo. La vicina Tranquillina parla con lei, in piedi.
ATTO I
Scena prima
Floripondia e la vicina Tranquillina
Tranquillina
Signora che cos’ha il bimbo?
Floripondia
Ah, non lo so, signora miss,
e magari lo sapessi,
ché la mia angoscia è spaventosa.
Tranquillina
Gli ha dato della melissa?
Floripondia
E il succo di tre pompelmi,
con olio di grillo vedovo
in una tazza rossa.
Tranquillina
Ma alla fine che dice il medico?
Floripondia
Niente m’ha detto finora.
Vuol sapere più di me,
e appena entra nell’alcova
quasi m’insulta e mi strapazza
come se fossi una pazza.
Tranquillina
E ha la febbre il suo bimbo?
Floripondia
Febbre, dice lei? Neanche l’ombra!
Ma si mostra inappetente,
perché non riesco a farlo mangiare
più di sei volte al giorno,
e solo un po’ dalla pentola
che sempre prepariamo in casa,
frittata, cacio, composta,
qualche porco, pollo, vitello,
una scodella di zuppa
e la sua porzione di lattuga,
che io gli cambio con altra
verdura meno pesante,
perché la lattuga lo ingrassa.
L’ha visto lei, Tranquillina?
Tranquillina
Ora vengo, signora mia. (Si avvicina alla culla.)
Ma non è vero che sembra un garofano?
Floripondia
Adulatrice!
In ogni caso, che bello!
Che occhi dalla luce così profonda!
Che dentini così bianchi!
Che labbra dalla polpa rossa!
Soprattutto, Tranquillina…
Tranquillina
Mi dica, Floripondia…
Floripondia
Che intelligenza tanto chiara
e che lontana memoria!
Ormai mi conosce e mi cerca,
con me discute e ragiona;
racconta in continuazione,
e se per caso si sbaglia,
è solo per colpa mia,
che lo interrompo.
Tranquillina
Ma quanto
sarà dolce il suo bimbo!
E ora dorme?
Floripondia
Ora dorme.
Sembra un angelo del cielo.
Quando desidera, russa
con tanta profonda cadenza,
con voce così ampia e armonica,
che ricorda Titta Ruffo,
quando cantava nell’opera,
che io ero bambina. Non è vero?
Tranquillina
In questo caso mi perdoni,
perché nelle cose della musica
mai ho compreso una nota,
e in quel che si suona russando
ancor meno.
Floripondia
Signora mia,
è proprio un uccellino d’oro,
sensibile come una foglia,
tenero come erba tenera,
rosso come un papavero.
Forse non sa che ha fatto
stanotte, quando io ero da sola
con lui?
Tranquillina
Proprio non lo sospetto.
Floripondia
Mi ha invitata alle sue nozze
Tranquillina
Ma è possibile!
Floripondia
Sicuro.
Mi ha parlato di Malva, la sua fidanzata,
e ha descritto la sua chioma
con le sue treccine d’ombra;
mi ha detto che era una bimba
mora, dal viso rotondo,
di nome Tin Marín,
nata a Guanabacoa.
Io so che l’ama molto,
pur essendo una poveraccia
la tratta come se fosse
una ragazza ricca.
Tranquillina
Ma quanto
sarà dolce il suo bimbo!
Floripondia
Ah, signora, signora mia,
è proprio un uccellino d’oro…
Scena seconda
Personaggi detti e Floripondio
Floripondio
(Entrando.)
… sensibile come una foglia,
tenero come erba tenera,
rosso come un papavero.
(Rivolgendosi a Tranquillina.)
Signora, mi perdoni,
ma questa madre è pazza.
Tranquillina
Ovviamente, signore.
Quel che lei dice proclama
che quella parte di voi
più che un bimbo, è un tesoro.
Floripondio
(Lusingato.)
Non posso negarlo… Bene,
però lei…
Floripondia
Non voglio scherzi!
Guarda che il bimbo è malato,
e va e ti sente e si adira,
e dopo passa la notte…
Floripondio
Sgambettando nell’alcova!
Tranquillina
Ma alla fine che cos’ha il bimbo?
Scena terza
Personaggi detti e il Medico
Il Medico
(Entrando.)
Io sono il medico. Buona giornata!
Io l’ho già curato, quel bimbo è
un bimbo che vuota dieci fonti
e inghiotte ogni ora quattordici bistecche.
Niente di banale né di gravissimo;
non ho mai visto un ragazzo più forte in piedi.
Ah, ah, ah!
Eh, eh, eh!
Floripondia
(Al Medico)
Oggi gli ho somministrato cicoria.
Domani, un bagno di ateje*
con sangue di due colombe…
Il Medico
Niente di banale né di gravissimo.
Io l’ho curato e quel bimbo è
il ragazzo più in gamba che ho visto
nei miei giorni,
il pollo più sano che ho visto in piedi.
Ah, ah, ah!
Eh, eh, eh!
Floripondio
Dottore, sarà grande e forte?
Il Medico
Come un tronco di mogano.
Floripondio
Vivrà molti anni?
Il Medico
Il suo cuore è di roccia.
Floripondia
Il mio bimbo grasso e sorridente,
seduto nella sua poltrona…
Tranquillina
Un bimbo di ampie terre
e pergamene di storia…
Floripondio
Il mio bimbo, sperone d’argento,
trionfante in una carrozza.
ATTO II
Scena unica
Identico arredamento. Personaggi già detti meno il Medico. Floripondito si sveglia e si dispera, sbadigliando rumorosamente. Si mette in piedi. Voce roca.
Floripondito
Mi chiamavano? Sono qui!
Tranquillina
(Con se stessa, piena di stupore.)
Miracolo se già non ha
nipoti invece che fidanzata.
(Si rivolge a Floripondito, ipocrita
e adulatrice.)
Come sarai da grande,
simpaticone?
Floripondito
Io?
Floripondia
(Avvicinandosi.) Sin d’ora,
vederlo vescovo pretendo.
Tranquillina
Vescovo? Che bello!
Floripondio
Tonta!
Floripondia
No che non sono tonta, signore.
Dicano meglio previdente.
Chi alla Chiesa si attacca,
sul fuoco avrà la zuppa,
la zuppa avrà nel piatto,
il piatto avrà alla bocca…
Floripondio
La bocca avrà nel viso…
Tranquillina
Caramba, che baggianata!
Floripondito
Papi, io vorrei parlare.
Floripondia
Taci, non sia mai che tossisci!
Floripondito
Come ho tossito tutto il giorno,
ormai so tossire a memoria.
Floripondio
Parla, bimbo.
Floripondia
No, signore.
Floripondio
Anche se vuoi o disponi
che Floripondito taccia,
per lui parlerò io adesso.
Mio figlio sarà generale!
Uniforme di raso completa,
una sciabola d’oro lucida,
un coltello, una pistola…
Floripondia
Che spavento, cielo, che spavento!
Tranquillina
Svengo. Portate delle rose!
Floripondia
Per Dio, che progetto orribile!
Floripondio
Perché ancora gli mancano gli stivali,
gli speroni, il cavallo,
quindici pallottole, due bisacce,
una branda a cinque stelle,
una cannone, un’armatura,
un water closet completo,
un bastone con tredici nappe,
uno scudo, uno stendardo,
un fornello, venti pentole,
cento quattro carabine,
quattordici mitragliatrici,
un Herter con le sue stampelle,
un Bonsal fatto di corda,
duecento venti medaglie
e il cinturone e il berretto…
Tranquillina
E il nemico?
Floripondio
Sciocchezze.
Il nemico non importa.
Quello è per i soldati.
Tranquillina
Meno male, vergine pietosa.
Floripondito
Papi, io voglio parlare.
Floripondia
Floripondito, colomba,
finirai per tossire…
Floripondito
Mamma,
lasciami, vecchia, tossire,
ma qualcosa voglio dire
da un pezzo.
Floripondio
Racconta,
parla e dicci subito
che cosa vuoi!
Floripondito
(Alla madre.) Perdona,
mami, ma io vorrei
essere miliziano.
Floripondia
Mi strozza
la rabbia. Che dici?
Floripondito
Dico
quel che hai sentito.
Floripondio
Caspita!
Non vuoi essere generale?
Tranquillina
Essere duca o marchese non è cosa
molto bella, bimbo?
Floripondia
Da vescovo
la tua vita sarà così comoda!
Floripondito
(Rivolgendosi alla madre.)
Andate tutti al diavolo!
Tu e papi siete due idioti.
(Alla vicina.)
E, per non cambiare,
è idiota pure lei, signora.
Tranquillina
Mi ha chiamato idiota questo barbaro!
Svengo, portatemi delle rose.
Floripondio
Floripondito, ragazzo,
m’inquietano le tue male parole.
Floripondito
È che sono ormai pieno
dal tetto fino alle mattonelle!
(Al padre.)
Dunque generale? Che scoperta!
Floripondia
Bimbo, taci!
Floripondio
Basta e avanza!
Tranquillina
Che paura mi fa questa gente!
Svengo… Rose, rose!
Floripondito
(Alla madre.)
Dunque vescovo? Bella maschera!
(Si rivolge alla vicina.)
Dunque duca? Cosa vecchia!
Non ci sono più duchi, né ci mancano.
Io non so perché vi dia fastidio
esser pupazzi o marionette,
quando esserlo non è vergogna.
Floripondio
Pupazzi? Come pupazzi?
Tranquillina
Che situazione offensiva!
La Vergine Santa mi protegga,
Dio in cielo mi ascolti.
Floripondia
Sei diventato pazzo, ragazzo?
Floripondito
Non sono pazzo, signora:
pupazzi di paglia e caucciù,
o di cotone o di stoppa,
ansiosi di vivere bene,
e di rovesciare la pastora,
gridiamo Viva la Peppa!
mentre andiamo vento in poppa,
e alle marionette in basso
che le porti via la Morte.
(Si rivolge al padre.)
Generali di casino,
senza trionfi e senza sconfitte;
(si rivolge alla vicina)
duchi di caffè con latte
e marchesi di cioccolata;
(si rivolge alla madre)
vescovi dalla pancia piena
e dalla ben colma pentola.
E anche gente semplice,
che un vecchio racconto invoca,
il racconto tiritera
di digiuni e di prigioni,
di frusta tutto il giorno
e di notti senza aurora,
di lavorare senza mangiare
pagando l’abbuffata
di fantocci grassi
e grasse marionette.
Floripondio
(Si mette l’indice accanto alla tempia,
come se fosse un’arma.)
Mi suicidio, mi apro il cranio
con un colpo di pistola.
Pum! (Cade.)
Floripondia
Dio mio, che delusione,
mi avveleno con il creosoto!
(Svuota una bottiglia e cade.)
Tranquillina
Aria! Svengo! Aria!
(Cade.)
Floripondito
Allora signori, buona discussione.
Vado a prendere il mio fucile,
e chi viene dietro, che corra.
Guardate le marionette, signori,
se sono come le persone!
Ah, ah, ah!
Proprio come le persone…
(da Tengo, 1964)
Traduzione di Gordiano Lupi
* Pianta tipica di Cuba con frutti rossi e foglie simili al caffè.