Domenica , 22 Dicembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Oblò cubano
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Nicolás Guillén. Floripondito 
(O le marionette sono persone)
21 Agosto 2016
 

FARSA

 

Personaggi:

Floripondio, il padre

Floripondia, la madre

Floripondito, il figlio

La vicina Tranquillina

Un medico.

 

Appartamento di casa ricca. Floripondito, ragazzo di 15 anni, piuttosto grande, è sdraiato in una culla, dalla quale escono fuori i piedi. Anno 1959. La madre, con aria di grande preoccupazione, è seduta accanto alla culla del bimbo. La vicina Tranquillina parla con lei, in piedi.

 

 

ATTO I

 

Scena prima

 

Floripondia e la vicina Tranquillina

 

Tranquillina

Signora che cos’ha il bimbo?

 

Floripondia

Ah, non lo so, signora miss,

e magari lo sapessi,

ché la mia angoscia è spaventosa.

 

Tranquillina

Gli ha dato della melissa?

 

Floripondia

E il succo di tre pompelmi,

con olio di grillo vedovo

in una tazza rossa.

 

Tranquillina

Ma alla fine che dice il medico?

 

Floripondia

Niente m’ha detto finora.

Vuol sapere più di me,

e appena entra nell’alcova

quasi m’insulta e mi strapazza

come se fossi una pazza.

 

Tranquillina

E ha la febbre il suo bimbo?

 

Floripondia

Febbre, dice lei? Neanche l’ombra!

Ma si mostra inappetente,

perché non riesco a farlo mangiare

più di sei volte al giorno,

e solo un po’ dalla pentola

che sempre prepariamo in casa,

frittata, cacio, composta,

qualche porco, pollo, vitello,

una scodella di zuppa

e la sua porzione di lattuga,

che io gli cambio con altra

verdura meno pesante,

perché la lattuga lo ingrassa.

L’ha visto lei, Tranquillina?

 

Tranquillina

Ora vengo, signora mia. (Si avvicina alla culla.)

Ma non è vero che sembra un garofano?

 

Floripondia

Adulatrice!

In ogni caso, che bello!

Che occhi dalla luce così profonda!

Che dentini così bianchi!

Che labbra dalla polpa rossa!

Soprattutto, Tranquillina…

 

Tranquillina

Mi dica, Floripondia…

 

Floripondia

Che intelligenza tanto chiara

e che lontana memoria!

Ormai mi conosce e mi cerca,

con me discute e ragiona;

racconta in continuazione,

e se per caso si sbaglia,

è solo per colpa mia,

che lo interrompo.

 

Tranquillina

Ma quanto

sarà dolce il suo bimbo!

E ora dorme?

 

Floripondia

Ora dorme.

Sembra un angelo del cielo.

Quando desidera, russa

con tanta profonda cadenza,

con voce così ampia e armonica,

che ricorda Titta Ruffo,

quando cantava nell’opera,

che io ero bambina. Non è vero?

 

Tranquillina

In questo caso mi perdoni,

perché nelle cose della musica

mai ho compreso una nota,

e in quel che si suona russando

ancor meno.

 

Floripondia

Signora mia,

è proprio un uccellino d’oro,

sensibile come una foglia,

tenero come erba tenera,

rosso come un papavero.

Forse non sa che ha fatto

stanotte, quando io ero da sola

con lui?

 

Tranquillina

Proprio non lo sospetto.

 

Floripondia

Mi ha invitata alle sue nozze

 

Tranquillina

Ma è possibile!

 

Floripondia

Sicuro.

Mi ha parlato di Malva, la sua fidanzata,

e ha descritto la sua chioma

con le sue treccine d’ombra;

mi ha detto che era una bimba

mora, dal viso rotondo,

di nome Tin Marín,

nata a Guanabacoa.

Io so che l’ama molto,

pur essendo una poveraccia

la tratta come se fosse

una ragazza ricca.

 

Tranquillina

Ma quanto

sarà dolce il suo bimbo!

 

Floripondia

Ah, signora, signora mia,

è proprio un uccellino d’oro…

 

 

Scena seconda

 

Personaggi detti e Floripondio

 

Floripondio

(Entrando.)

sensibile come una foglia,

tenero come erba tenera,

rosso come un papavero.

(Rivolgendosi a Tranquillina.)

Signora, mi perdoni,

ma questa madre è pazza.

 

Tranquillina

Ovviamente, signore.

Quel che lei dice proclama

che quella parte di voi

più che un bimbo, è un tesoro.

 

Floripondio

(Lusingato.)

Non posso negarlo… Bene,

però lei…

 

Floripondia

Non voglio scherzi!

Guarda che il bimbo è malato,

e va e ti sente e si adira,

e dopo passa la notte…

 

Floripondio

Sgambettando nell’alcova!

 

Tranquillina

Ma alla fine che cos’ha il bimbo?

 

 

Scena terza

 

Personaggi detti e il Medico

 

Il Medico

(Entrando.)

Io sono il medico. Buona giornata!

Io l’ho già curato, quel bimbo è

un bimbo che vuota dieci fonti

e inghiotte ogni ora quattordici bistecche.

Niente di banale né di gravissimo;

non ho mai visto un ragazzo più forte in piedi.

Ah, ah, ah!

Eh, eh, eh!

 

Floripondia

(Al Medico)

Oggi gli ho somministrato cicoria.

Domani, un bagno di ateje*

con sangue di due colombe…

 

Il Medico

Niente di banale né di gravissimo.

Io l’ho curato e quel bimbo è

il ragazzo più in gamba che ho visto

nei miei giorni,

il pollo più sano che ho visto in piedi.

Ah, ah, ah!

Eh, eh, eh!

 

Floripondio

Dottore, sarà grande e forte?

 

Il Medico

Come un tronco di mogano.

 

Floripondio

Vivrà molti anni?

 

Il Medico

Il suo cuore è di roccia.

 

Floripondia

Il mio bimbo grasso e sorridente,

seduto nella sua poltrona…

 

Tranquillina

Un bimbo di ampie terre

e pergamene di storia…

 

Floripondio

Il mio bimbo, sperone d’argento,

trionfante in una carrozza.

 

 

 

ATTO II

 

Scena unica

 

Identico arredamento. Personaggi già detti meno il Medico. Floripondito si sveglia e si dispera, sbadigliando rumorosamente. Si mette in piedi. Voce roca.

 

Floripondito

Mi chiamavano? Sono qui!

 

Tranquillina

(Con se stessa, piena di stupore.)

Miracolo se già non ha

nipoti invece che fidanzata.

(Si rivolge a Floripondito, ipocrita

e adulatrice.)

Come sarai da grande,

simpaticone?

 

Floripondito

Io?

 

Floripondia

(Avvicinandosi.) Sin d’ora,

vederlo vescovo pretendo.

 

Tranquillina

Vescovo? Che bello!

 

Floripondio

Tonta!

 

Floripondia

No che non sono tonta, signore.

Dicano meglio previdente.

Chi alla Chiesa si attacca,

sul fuoco avrà la zuppa,

la zuppa avrà nel piatto,

il piatto avrà alla bocca…

 

Floripondio

La bocca avrà nel viso…

 

Tranquillina

Caramba, che baggianata!

 

Floripondito

Papi, io vorrei parlare.

 

Floripondia

Taci, non sia mai che tossisci!

 

Floripondito

Come ho tossito tutto il giorno,

ormai so tossire a memoria.

 

Floripondio

Parla, bimbo.

 

Floripondia

No, signore.

 

Floripondio

Anche se vuoi o disponi

che Floripondito taccia,

per lui parlerò io adesso.

Mio figlio sarà generale!

Uniforme di raso completa,

una sciabola d’oro lucida,

un coltello, una pistola…

 

Floripondia

Che spavento, cielo, che spavento!

 

Tranquillina

Svengo. Portate delle rose!

 

Floripondia

Per Dio, che progetto orribile!

 

Floripondio

Perché ancora gli mancano gli stivali,

gli speroni, il cavallo,

quindici pallottole, due bisacce,

una branda a cinque stelle,

una cannone, un’armatura,

un water closet completo,

un bastone con tredici nappe,

uno scudo, uno stendardo,

un fornello, venti pentole,

cento quattro carabine,

quattordici mitragliatrici,

un Herter con le sue stampelle,

un Bonsal fatto di corda,

duecento venti medaglie

e il cinturone e il berretto…

 

Tranquillina

E il nemico?

 

Floripondio

Sciocchezze.

Il nemico non importa.

Quello è per i soldati.

 

Tranquillina

Meno male, vergine pietosa.

 

Floripondito

Papi, io voglio parlare.

 

Floripondia

Floripondito, colomba,

finirai per tossire…

 

Floripondito

Mamma,

lasciami, vecchia, tossire,

ma qualcosa voglio dire

da un pezzo.

 

Floripondio

Racconta,

parla e dicci subito

che cosa vuoi!

 

Floripondito

(Alla madre.) Perdona,

mami, ma io vorrei

essere miliziano.

 

Floripondia

Mi strozza

la rabbia. Che dici?

 

Floripondito

Dico

quel che hai sentito.

 

Floripondio

Caspita!

Non vuoi essere generale?

 

Tranquillina

Essere duca o marchese non è cosa

molto bella, bimbo?

 

Floripondia

Da vescovo

la tua vita sarà così comoda!

 

Floripondito

(Rivolgendosi alla madre.)

Andate tutti al diavolo!

Tu e papi siete due idioti.

(Alla vicina.)

E, per non cambiare,

è idiota pure lei, signora.

 

Tranquillina

Mi ha chiamato idiota questo barbaro!

Svengo, portatemi delle rose.

 

Floripondio

Floripondito, ragazzo,

m’inquietano le tue male parole.

 

Floripondito

È che sono ormai pieno

dal tetto fino alle mattonelle!

(Al padre.)

Dunque generale? Che scoperta!

 

Floripondia

Bimbo, taci!

 

Floripondio

Basta e avanza!

 

Tranquillina

Che paura mi fa questa gente!

Svengo… Rose, rose!

 

Floripondito

(Alla madre.)

Dunque vescovo? Bella maschera!

(Si rivolge alla vicina.)

Dunque duca? Cosa vecchia!

Non ci sono più duchi, né ci mancano.

Io non so perché vi dia fastidio

esser pupazzi o marionette,

quando esserlo non è vergogna.

 

Floripondio

Pupazzi? Come pupazzi?

 

Tranquillina

Che situazione offensiva!

La Vergine Santa mi protegga,

Dio in cielo mi ascolti.

 

Floripondia

Sei diventato pazzo, ragazzo?

 

Floripondito

Non sono pazzo, signora:

pupazzi di paglia e caucciù,

o di cotone o di stoppa,

ansiosi di vivere bene,

e di rovesciare la pastora,

gridiamo Viva la Peppa!

mentre andiamo vento in poppa,

e alle marionette in basso

che le porti via la Morte.

(Si rivolge al padre.)

Generali di casino,

senza trionfi e senza sconfitte;

(si rivolge alla vicina)

duchi di caffè con latte

e marchesi di cioccolata;

(si rivolge alla madre)

vescovi dalla pancia piena

e dalla ben colma pentola.

E anche gente semplice,

che un vecchio racconto invoca,

il racconto tiritera

di digiuni e di prigioni,

di frusta tutto il giorno

e di notti senza aurora,

di lavorare senza mangiare

pagando l’abbuffata

di fantocci grassi

e grasse marionette.

 

Floripondio

(Si mette l’indice accanto alla tempia,

come se fosse un’arma.)

Mi suicidio, mi apro il cranio

con un colpo di pistola.

Pum! (Cade.)

 

Floripondia

Dio mio, che delusione,

mi avveleno con il creosoto!

(Svuota una bottiglia e cade.)

 

Tranquillina

Aria! Svengo! Aria!

(Cade.)

 

Floripondito

Allora signori, buona discussione.

Vado a prendere il mio fucile,

e chi viene dietro, che corra.

Guardate le marionette, signori,

se sono come le persone!

Ah, ah, ah!

Proprio come le persone…

 

 

 

(da Tengo, 1964)

Traduzione di Gordiano Lupi

 

 

* Pianta tipica di Cuba con frutti rossi e foglie simili al caffè.


Articoli correlati

  Nicolás Guillén. Ballata dei due nonni
  Nicolás Guillén. Ragazza mia
  Nicolás Guillén. Al Guatemala
  Gordiano Lupi. Nicolás Guillén, il poeta nazionale
  Nicolás Guillén. Cerca quattrini
  Nicolás Guillén. Tropico
  Nicolás Guillén. Poesia con bambini
  Nicolás Guillén. Mulatta
  Nicolás Guillén. Prosegui...
  Norberto Fuentes rivela gli atti ufficiali del caso Padilla
  Nicolás Guillén. Devi aver volontà
  Nicolás Guillén. Soldati in Abissinia
  Gordiano Lupi. Tre 'inediti' di Nicolás Guillén
  Gordiano Lupi. I miei libri da spiaggia
  Nicolás Guillén. Da “Sóngoro cosongo” (1931)
  Nicolás Guillén. Tu non sai l'inglese
  Nicolás Guillén. Il male del secolo
  Nicolás Guillén. Nero labbrone
  Nicolás Guillén. Se tu sapessi...
  Yoani Sánchez. Juan condannato al niente
  Gordiano Lupi. Consigli per un Natale fuori dal coro
  Nicolás Guillén. Una canzone a Stalin
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 71.0%
NO
 29.0%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy