Sono iniziate le prime olimpiadi sud-americane della storia con uno strepitoso braciere acceso al Maracanà.
Sono iniziate con il corteo ballato dai brasileiros, con la solita confusione gioiosa delle 207 formazioni di atleti e con gli italiani guidati dalla serenissima Federica Pellegrini alfiere col tricolore.
Il maratoneta brasiliano, che dodici anni fa non vinse la maratona ad Atene perché bloccato da un pazzo a vantaggio del nostro Baldini, ha ricevuto il premio di accendere il fuoco olimpico, riconoscimento umanamente grande anche se povero sportivamente: le olimpiadi vogliono essere soprattutto un inno alla pace e progresso.
Le XXXI olimpiadi si sono aperte nel giorno della trasfigurazione di Gesù sul monte tabor. -Che cosa c’entra?- dirà il laico, che ama i giochi e non le ‘divagazioni religiose’?
C’entra con la lettura più antica del nome Bra-zil! Ovvero: ‘figlio aperto (bar) alla -gioia del sole- (zil)’.
Infatti: il paleonimo Tabòr, zum. ta.bur, nella catena del Carmelo, zum. kar.me.lu, arabo har ha karnell, si legge ‘natura (ta) del bur’.
ta, da2
n., nature, character (luogo nds) [TA archaic frequency].
Interrogative pronoun in Emesal dialect, the Emesal form of a-na, ‘what?’.
buru2, bur(2)
n., burin; thread; envelope, container; a palm product [BUR2 archaic frequency].
v., to open, loosen, free; to spread out (a garment); to dissolve; to break (a spell); to interpret (a dream); to release, put at someone’s disposal; to dispose of; to pay (with -ta-); to knap, flake off (flint); to tear out; to dispoil (reduplication class; cf., bar, bur12) (cf., bar and bara3 for similar semantics).
Il bar, notorio in bar.abba, ‘figlio del Padre’, canzonatorio come scarcerato in vece di Gesù, che si è sempre dichiarato Figlio del Padre, è il trono di Dio padre:
barag, bara2, bar2, para10, par6 (per, nds); bara5,6
n., throne dais; seat of honour; ruler, cult platform, base, socle; sanctuary, chapel, shrine; stand, support; crate, box; cargo; sack; sackloth, penitential robe; chamber, dwelling, abode (container plus ra (g), ‘to pack’) [BARA archaic frequency, ZATU].
v., to comb out; to filter; to recover dehulled sesame seed kernels from the surface of saltwater with a comb, sieve, or coarse sackcloth.
Adj., combed, filtered (said of wool, goat hair, sesame perfumes, flax).
La seconda sillaba di Bra-zil, zil, è straordinaria:
zil; zi; ze2
to undress; to peel off; to pare, cut; to shell; to flay; to cook, boil (cf., sila; dub3…zil) (ze2, ‘to shear, pluck’, + ul, ‘joy, pleasure’).
zil2 [TAG]
to make beautiful, pleasing; to be loving, gentle, affectionate; to caress (usually reduplicated) (cf., zil).
I significati opposti di ‘spogliare’ e ‘render bello, amabile’ si compenetrano nel giro della vita-morte. Fin dall’inizio, zi è il soffio della vita che può girare nel puzzo della morte:
zi
n., breathing; breath; life; throat; soul (cf., zid, zig3, zil, ba-zil) [ZI archaic frequency].
v., (with –r Auslaut) to destroy; to annihilate; to annul, erase (cf., ze2-er; zi-re).
adj., raw, uncooked.
ze2, zi2
n., stench [puzzo]; gall (bladder) [galla, piccolo (vescica)]; bile; bitter, anger.
v., to cut; to shear, cut hair; to pluck (cf., zil; ze2-er [spedire, pelar via, tagliare, far volare; asciugar su, fuori, rimuovere, dormire]).
adj., bitter.
Emesal dialect for dug3 and for duh/du8
Zil è crasi di zi-il, ‘soffio (zi-) di Dio (il)’.
Zil vel shil è un nome del sole, come prova il panis siligineous, il pane bianco fatto con la farina più pura.
Dunque, il significato antico più semplice di Bra-zil è di ‘aperto al soffio del sole’. Il giallo-oro nel verde racconta la stessa cosa.
Carlo Forin