Tropico,
il tuo intenso falò
indora le alte nubi
e il cielo profondo fasciato dalla volta
[del Mezzogiorno.
Tu secchi nella pelle degli alberi
l'angoscia della lucertola.
Tu ingrassi le ruote dei venti
per spaventare le palme.
Tu attraversi
con una gran freccia rossa
il cuore delle selve
e la carne dei fiumi.
Ti vedo venire per sentieri ardenti,
Tropico,
con la tua cesta di manghi,
le tue canne elemosiniere
e i tuoi caimitos,* violacei come il sesso delle nere.
Ti vedo le mani rudi
spezzare barbaramente i semi
e da loro estrarre l'albero opulento,
albero neonato, ma idoneo
per gettarsi a correre dentro boschi straordinari.
Qui,
in mezzo al mare,
folleggiando nelle acque con le mie Antille nude,
io ti saluto, Tropico.
Saluto sportivo,
primaverile,
che mi sfugge dal polmone salato
tra queste tue isole figlie scandalose.
(Dice Giamaica
che lei è contenta d'esser nera,
e Cuba già sa d'esser mulatta!)
Ah,
che ansia
di aspirare il fumo del tuo incendio
e sentire in due pozzi amari le ascelle!
Le ascelle, oh Tropico,
con i loro peli torti e ritorti nelle tue fiamme.
Pugni che mi dai
per spaccare i cocchi come un piccolo dio collerico;
occhi che mi dai
per illuminare l'ombra delle mie tigri;
udito che mi dai
per ascoltare sulla terra gli zoccoli lontani.
Ti devo il corpo scuro,
le gambe agili e la testa crespa,
il mio amore per le femmine semplici,
e questo sangue incancellabile.
Ti devo i giorni grandi,
nella cui tela azzurra sono attaccati
soli rotondi e ridenti;
ti devo le labbra umide,
la coda del giaguaro e la saliva dei serpenti;
ti devo lo stagno dove bevono le fiere assetate;
ti devo, Tropico,
questo entusiasmo fanciullesco
di correre nella pista
del tuo profondo cinturone pieno di rose gialle
ridendo sopra le montagne e le nubi,
mentre un cielo marittimo
si frantuma in interminabili onde di stelle ai miei piedi.
(da West Indies, Ltd., 1934)
Traduzione di Gordiano Lupi
* I caimitos sono frutti tropicali di colore violaceo, ndt.