La prima immagine che mi viene in mente è quella di un uomo molto alto, che quando parla socchiude gli occhi e quando scrive è capace di aprire il cuore e la mente dei suoi lettori. Rivedo la bellissima piazza di Fermo in quel nuvoloso 20 aprile del 2013 e ricordo il viso meravigliato di mio figlio Nur quando siamo andati incontro a quel religioso cristiano che ci ha salutato in un arabo perfetto. “Ma è italiano, o arabo?”, mi ha chiesto, e io gli ho risposto “è italo-siriano come me”. Non potrò mai dimenticare quel giorno, quando finalmente, dopo più di due anni di mail e messaggi in rete, incontravo per la prima volta di persona Padre Paolo Dall’Oglio.
Abuna, come lo chiamano in Siria, si trovava in Italia a seguito dell’espulsione a cui lo ha condannato il governo di Bashar al Assad per le sue denunce sui crimini perpetrati contro i civili. Dal giorno del suo rientro forzato, il religioso gesuita ha girato il Paese per raccontare, attraverso la sua esperienza diretta, il dramma che si stava consumando in Siria. La testimonianza portata quel giorno a Fermo è stata molto forte, così come lo sono tutti i suoi libri e i suoi articoli. È stata la prima e l’ultima volta che ci siamo visti. Padre Paolo è tornato segretamente in Siria per il suo amore nel dialogo e il 29 luglio del 2013 è stato sequestrato.
Sono passati tre anni da quel giorno, tre anni di silenzio, angoscia e preghiera. In Siria, al monastero di Mar Mousa da lui fondato, dove pregano insieme cristiani e musulmani, lo stanno aspettando tutti. Lo aspettano la famiglia e gli amici in Italia e lo aspettano tanti italo-siriani e sostenitori della causa siriana che in lui hanno trovato una figura fraterna e comprensiva.
Consiglio a tutti di leggere i suoi libri, in particolare Innamorato dell’Islam, credente in Gesù e Collera e luce, dove racconta la guerra in Siria. Tra i tanti suoi articoli vale la pena leggere “Chi sta con Bashar” pubblicato sull’Huffingtonpost, citato anche nell’ultimo libro dello scrittore Shai HamadiEsilio dalla Siria.
In Italia, tra le tante iniziative ideate per tenere vivi i suoi messaggi, è stata fondata l'Associazione Giornalisti Amici di Padre Paolo Dall’Oglio. Padre Paolo è un simbolo del dialogo e della fratellanza e amicizia tra religioni e popoli e in questo difficile momento storico la sua mancanza si sente in maniera ancora più forte. La sua vicenda è emblematica dei drammi che sta subendo, nel silenzio e nell’indifferenza del mondo, tutto il popolo della Siria.
Ti aspettiamo Padre, nahnu fi intizarak Abuna. Sei nelle nostre preghiere, anta fi du’auna.