Sabato , 23 Novembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > In tutta libertà
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gianfranco Cercone. “Il sapore della ciliegia” di Abbas Kiarostami: il suicidio come test
17 Luglio 2016
 

La morte, che risale ai primi di luglio, del regista iraniano Abbas Kiarostami – uno dei maggiori autori del cinema contemporaneo – ha suggerito a un circuito di sale d'essai di Roma – il Circuito Cinema – di riproporre per alcuni giorni in sala su pellicola, uno dei suoi film più belli: Il sapore della ciliegia: il film che nel '97 vinse la Palma d'Oro al festival di Cannes.

È un'iniziativa che auspico possa essere riproposta in altre città d'Italia visto il successo, in una certa misura credo imprevisto, che ha ottenuto a Roma.

Il sapore della ciliegia – un film originalissimo, geniale – ha la struttura di uno di quei test che si vedono a volte realizzati con una “candid camera”.

Un uomo, a bordo di un'automobile – dallo sguardo stralunato di chi è immerso in certi propri stravaganti pensieri – muovendosi nella periferia di Teheran, avvicina alcuni sconosciuti, ed espone loro, per gradi, con cautela, una proposta del tutto fuori dell'ordinario.

Egli intende uccidersi e chiede loro, sia pure in cambio di denaro, un gesto pietoso: qualora riesca a portare a compimento il suo piano – assumere un'overdose di sonniferi e poi stendersi in una fossa – vuole essere seppellito, in modo che il suo corpo non resti in balia degli uccelli rapaci.

Ho parlato della struttura di uno sketch da candid camera. Ma certo la natura del test è tale da non suscitare soltanto reazioni epidermiche, come accade spesso in quegli sketch. La confessione di uno sconosciuto che confida con evidente serietà di volersi uccidere è destinata a rivelare certe qualità “morali” dell'interlocutore, come la capacità di provare compassione, di essere solidale; e allo stesso tempo è una sonda nella sua mentalità, nell'idea o nel sentimento che egli, come tutti, custodisce della vita e della morte.

In effetti se alcuni degli interlocutori dell'aspirante suicida, restano nel film più indefiniti – anche perché, non trovando in loro un ascolto, l'uomo non espone loro fino in fondo la sua proposta, e loro la scambiano forse per una proposta sessuale, e reagiscono con dispetto o magari sono lusingati – altri interlocutori, tre in particolare, sono resi invece attraverso tre ritratti “a tutto tondo”, complessi e vivi, memorabili.

Sono un giovane contadino del Kurdistan, che adesso fa il servizio militare, umile e buono, che a sentir parlare di suicidio è preso dal terrore e fugge dall'automobile (poiché l'uomo gli ha dato un passaggio); lo studente di una scuola coranica, mite, non un fanatico, che però, all'evocazione del suicidio, reagisce con rigidità dottrinale; e infine, il più anziano dei tre, il tecnico di laboratorio di un museo, che, senza pietismi, virilmente, ma con grande calore, si profonde nel racconto di una mattinata in cui lui stesso intendeva uccidersi e fu distolto da quel proposito dal sapore squisito di un gelso caduto dall'albero a cui voleva impiccarsi. E in questo suo bellissimo racconto, senza un'oncia di retorica, la rivelazione della bellezza e della fraternità della natura, colta in un momento di profonda disperazione, ha degli accenti che possono ricordare quel capolavoro letterario che è “Il cantico delle creature” di San Francesco.

Kiarostami, osteggiato dal regime iraniano, ha lavorato nell'ultimo decennio della sua vita all'estero. Il suo ultimo film, molto bello, ma commercialmente sfortunato, è ambientato in Giappone: si intitola Qualcuno da amare, ed è disponibile in dvd.

I suoi film di ambientazione iraniana contengono una critica sociale implicita, tra le righe, la sola che evidentemente gli era concessa. L'aspirazione al suicidio del protagonista del Sapore della ciliegia, i cui moventi restano del tutto misteriosi, può alludere per ciò stesso, pericolosamente agli occhi di un regime, a ogni cosa.

 

Gianfranco Cercone

(Trascrizione della puntata di “Cinema e cinema”
trasmessa da Radio Radicale il 16 luglio 2016
»» QUI la scheda audio)


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy