Stefano De Bonis (pianoforte), Gabriele Mirabassi (clarinetto), Gianluca Petrella (trombone), Antonio Borghini (contrabbasso), Piero Leveratto (contrabbasso), Cristian Calcagnile (batteria).
Cristina è una meravigliosa vocalist capace di spostare ogni barriera e confine musicale. Difficile incasellare questo album sotto una specifica definizione: canzone italiana, jazz, musica brasiliana, contemporanea. Si tratta di tutto questo e molto altro, perché predomina la capacità di sperimentazione ed il gusto nel non adagiarsi nel dejà vu, sicché ogni genere viene percorso, usato e stravolto ai fini espressivi dei musicisti. Le prestazioni maiuscole di Mirabassi e Petrella innervano ed impreziosiscono le musiche cucite intorno alla stupefacente voce della Zavalloni, notevole anche come compositrice, mentre il pianoforte di De Bonis costruisce e sorregge le architetture sonore.
Gli 11 brani che compongono la track list sono in buona parte composizioni originali dell’artista emiliana ("Bastava quel Cielo", “Trilla Dos Caranguejos", "Bouquerao", "Idea", "But I Love Her", "Per Alfredo"), altre vedono la firma anche di Stefano De Bonis ("Nati per Adeguarsi", "Istinti Languidi a Riposo in Attesa", "Amore mio Mannaggiatte") ed infine due vere e proprie "chicche" ("Cavaquinho" di E. Nazareth e "Have Yourself a Merry Christmas" di Blaine e Martin). Rispetto ai precedenti album c'è una maturità acquisita che va oltre il sofisticato virtuosismo, nonché una nuova attenzione verso la musica brasiliana, non semplicemente riproposta ma reinterpretata. Molto bella ed esaustiva la recensione, alla quale vi rimando, di Giangiacomo Gandolfi su Musibrasil che analizza con passione questo aspetto inedito ed appassionante della musica di Cristina. Da parte sua, la vocalist e compositrice bolognese racconta il lavoro che ha portato alla nascita di Idea in questa breve ma interessante intervista al Tgcom. Una voce duttile, autorevole e prodigiosa che semina nostalgie e dolcezze con un sottile ed irresistibile sense of humor ed un pugno di eccellenti musicisti italiani per un album senz'altro da annoverare tra i migliori italiani dell'anno, a prescindere dal genere (ma è poi importante?). Da acquistare.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * * *