Dammi ciò che ha l’albero, ciò che esso mai perderà
e fa’ che possa perdere ciò che ha l’albero.
Le sottili venature che traccia il vento nel buio della notte estiva
e il buio che non ha venature né immagini.
Dammi le immagini che ho avuto e che mi manca
la forza di pensare di avere perduto. Dammi l’occhio
più forte della sua visione e la mano
più dura di ciò che chiede. Dammi in sorte di essere
tuo erede senza ricevere nulla che non sia già passato
all’atto stesso di ricevere. Fa’ che mi possa avvicinare,
senza timore, proprio alle cose che mi è vietato
ereditare, fammi avvicinare.