Ormai la cifra poetica della pagina di Lucia Boni è consacrata nel testo Noci e bauli che ha meritatamente vinto il Premio Niccolini: ed è quella intensa dell’affabulare sulle suggestioni che il mondo dei sentimenti, delle cose, dei luoghi porta alla luce quando il coinvolgimento che “ditta dentro” è totale.
Devo dire che è un affabulare che ha spesso accenti apparenti di parole in libertà, ma sono segni, appunto, apparenti perché ad una rilettura meditata il senso della parola e degli accostamenti diventa lucido e coinvolgente segno di un profondo esercizio del pensiero.
Lucia Boni ha certamente inventato una sua pagina molto particolare anche nel trattamento grafico dei testi che rivelano una raffinata attenzione all’uso, ad esempio, della punteggiatura, fatta di molte letture.
Il testo di cui ci occupiamo, Lembi. Le sette chiese, è il laboratorio, a dire di Lucia, di quell’obbiettivo raggiunto: è comunque un passaggio fondamentale, visibile anche nella struttura dei testi e della loro leggibilità, ma con una novità che, a mio avviso, fa tutto nuovo quello che compare in queste pagine: le immagini di frammenti di luoghi e di architetture che accompagnano le parole dei versi. Ho scritto ‘accompagnano’ non ‘illustrano’ non ‘commentano’: accompagnano come supporto come sollecitazione e suggestione e il fatto che occupino una pagina intera come il testo poetico che ad essi si affianca ha un preciso significato: sono l’altra parte della figura poetica che Lucia mette in scena.
E non è senza un profondo significato che quei “lembi” siano frammenti di pitture quindi in un certo senso già poesia essi stessi per quello che il lembo intende mostrare e per la scelta e il taglio che Lucia ha deciso di operare su di essi. Questi lembi sono immagini di luoghi dello spazio abitato, brani di silenzio che Lucia Boni elegge a contenitori oltre che suscitatori delle sue affabulazioni.
È un illuminante e reciproco travaso che Gaston Bachelard, il nume tutelare di Lucia, avrebbe approvato perché è un passato che si fa presente, che si radica nell’anima con il suo carico di sogni infiniti. “Sogni che trascendono la vita immobilizzandola, vivendo in un solo punto la dialettica delle gioie e dei dolori”.
Queste pagine di Lucia Boni, queste “sette chiese” consacrate alla fantasia e ai ricordi e alle illuminazioni del sogno, nelle quali è entrata a cercare suoni e immagini e futuro e silenzio, rivelano la sua straordinaria fiducia nella poesia, “nella voce umana luminosa e fragile” e nel mistero della storia dei luoghi.
Non possiamo che esserle grati: questa lettura ‘altra’ delle cose, dei sogni, dei sentimenti ci offre una dimensione nuova di essere nel mondo.
Carlo Bassi
Lucia Boni, Lembi e le sette chiese
La Carmelina Edizioni, Ferrara 2016, pp. 136, € 10,00