Si sapeva da tempo che il TMB alla discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale era malfunzionante e comunque insufficiente a ricevere e trattare le centomila tonnellate annue di rifiuti indifferenziati sversati dai dieci comuni di bacino, cui aggiungere il carico non quantificabile di materiali speciali.
Fuoco e fiamme si sono sprigionati ieri sera giovedì 30 intorno alle ore 20 dal “capannone verde” – come viene indicato dai residenti – dove si trova allocato l’impianto di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti, forse saltato per un corto circuito. Nubi tossiche si sono propagate interessando le zone circostanti fino al litorale, così alte da essere visibili anche da alcune periferie romane, mentre l’aria si faceva irrespirabile.
Lanciato l’allarme, sono accorsi tutti. Vigili del fuoco – giunti anche dal comando provinciale – forniti di mezzi speciali, Forze dell’Ordine, Asl e Arpa Lazio, il sindaco Nicola Marini e l’assessore Luca Andreassi del comune di Albano. Una nottataccia per tutti, non si sa se più per la preoccupazione di un’emergenza rifiuti che per un’emergenza ambientale. Arrivato sul posto anche il sindaco di Ardea Luca Di Fiori il quale, mentre si pensa al da farsi, invita i residenti delle zone più prossime alla discarica avvolta nel fumo nero, di tapparsi in casa. Stesso consiglio elargisce il sindaco Marini alla sua cittadinanza: “Tenere le finestre chiuse”.
Domato l’incendio, si dovranno contare i danni. Paurosamente gravi, da qualsiasi punto di vista.
Maria Lanciotti