Un 'decreto missioni' sta stanziando 1,2 miliardi per andare alla guerra. Solo 90 milioni andranno a progetti di cooperazioni per lo sviluppo. Il decreto arriverà in parlamento nelle prossimi giorni, settimane. Precisamente si tratta di 1.296.554.915 di euro, che il governo di Renzi ha intenzione di destinare per il 2016 alle missioni all’estero. Più o meno è quanto fu destinato l’anno scorso, ma quanto previsto per la cooperazione civile è diminuito di 16 milioni di euro. Il decreto è già stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, è all’esame delle Commissioni Affari Esteri e Difesa del Senato, è stato approvato dai ministri degli esteri e della difesa, Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti. La Ragioneria Generale dello Stato ha già approvato la spesa.
236,4 milioni di euro sono per «la proroga della partecipazione di personale militare alle attività della Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh». Guerra all’Isis in Iraq con l’impiego di un migliaio e forse di più di soldati e di mezzi militari.
Il decreto uscito dalle commissioni sarà discusso dal parlamento che dovrà, urgentemente, trasformarlo in legge. Uno spazio di ridotto dibattito parlamentare, quindi. Inoltre si dovrà tener conto di quattro mesi di non copertura finanziaria delle missioni, per cui si renderà necessaria la decretazione d’urgenza.
Matteo Renzi che specula su salari e pensioni non si fa mancare soldi per la guerra. Va sottolineato che l’intervento italiano in Iraq, come altrove rientra nella strategia dell’imperialismo americano.
In parlamento le opposizioni al governo del Partito Democratico di Matteo Renzi, tutte, dovranno far sentire la propria voce di dissenso, forte e chiara, ma nel paese deve crescere mobilitazione e movimento contro le missioni militari e contro la guerra.
Francesco Cecchini
(da Pressenza, 17 giugno 2016)
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