Jesse Owens (12 settembre 1913, Oakville-31 marzo 1980, Tucson), oro a Berlino 1936 nei 100 m, 200 m, staffetta 4 x 100 m e salto in lungo
Veloce come il lampo e come il tuono
potente: flash, rombo, squassante volo
oltre i muri temporali, senza dolo
tu divenivi silenzioso suono.
La tua velocità, Jesse, era un dono
di libertà al servo anonimo e solo
nei campi di cotone, nello scolo
dell’esistere, nel tragico cono
d’ombra in cicatrici dalle frustate.
Spegnesti il sorriso dell’imbianchino
del Mein Kampf in quelle chiare giornate
che divoravano i metri, e l’inchino
di Lutz al tuo salto nell’infinito…
quel lungo come un atavico rito
che ti portava nel regno del sole,
fra rabbia, sogno, sabbia, nubi, amore…
Alberto Figliolia
(Milano, 14 giugno 2016)