Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.
(Robert Doisneau, 1912-1994)
Là dove non c'è niente da vedere... Alcune decine di sue opere popolano la magnifica sede dell'Arengario, in quell'elegante e vissuto salotto che è il centro di Monza. Si potrebbe definire Robert Doisneau il poeta delle periferie, il cantore delle albe di Parigi, l'esegeta del selciato, dei volti da bistrot, delle anime perse, delle possibilità romantiche che la vita ci offre (e, per contrasto, delle occasioni perdute), delle ombre e delle linee fisiche, architettoniche e sentimentali che compongono una metropoli così variegata come la capitale di Francia. Armonie, disarmonie e intrecci di destini, fra luce e buio, lampioni e silenzi, sorrisi e grida mute, sguardi e passaggi, paesaggi esistenziali...
Le fotografie originali sono state concesse dalla Fondazione Doisneau, il catalogo è Alinari (una garanzia dal 1852), l'organizzazione, con il patrocinio del Comune di Monza, della ViDi: «Le fotografie di Doisneau, in particolare il famosissimo bacio, sono la concretizzazione di quello che Walter Benjamin nella sua opera più famosa, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, definisce come il “trionfo della copia”, esempio emblematico della rottura dell’unicità tipica delle opere pittoriche. La mostra è anche esemplare per la distinzione tra le fotografie esposte frutto della “esperienza istantanea” e quelle esito della “esperienza vissuta” razionalizzata dall’utilizzo di attori o modelli, entrambe prodotte con tecniche e processi peculiari ben evidenziati nel percorso espositivo attraverso le didascalie e il bellissimo catalogo. Sono convinto altresì che, al di là delle teorizzazioni, il visitatore sarà rapito anche da quanto le fotografie, pur nella loro meccanicità, non riescono a riprodurre: la magia delle emozioni scatenate dalle immagini», la dichiarazione di Luigi Emanuele Rossi, presidente di ViDi.
Ben si attaglia a questi meravigliosi bianchi e neri la definizione di bellezza furtiva dei piccoli istanti captati dal sapiente e “ingenuo” obiettivo di Doisneau, così attento così ostinato nella ricerca del miglior momento, dell'espressione indicibile, dell'enigma che si cela nelle pietre antiche e moderne, della manifestazione più stupita, dell'avvicendarsi e dell'affannarsi dell'umanità intorno (anche nell'assenza). E, ancora, possiamo parlare di fototropismo, di macchina dei sogni, di lirico illusionismo e nel contempo, con la magia dell'emozione, di una perfetta restituzione della realtà. Diceva Jacques Prévert... Il verbo fotografare si coniuga sempre all’imperfetto dell’obiettivo... e Blaise Cendrars... Lei lavora come un giostraio. E la Rolleiflex Standard Alt scattava, scattava, documentava, suggeriva con infinite suggestioni vita e vite. La mia vita è telescopica. Nulla era progettato, solo l’improvvisazione giorno per giorno. Ciò non era affatto intelligente, la dichiarazione d'intenti, programmatica, del grande fotografo. Un centesimo di secondo qui, un centesimo di secondo là; messi in fila fanno solo un due, tre secondi rubati all’eternità. Un intellettuale senza intellettualismi, in perenne ricerca e “disubbidienza creativa” rispetto al Sistema. Una sorta di neorealismo ammantato di mistero, i fatti della semplice vita d'ogni giorno commisti alle domande (comprese quelle, in senso lato, politiche).
Ben ha scritto Emanuela Sesti nel catalogo della mostra: «La libertà del lavoro di Robert Doisneau coincide con la sua visione del mondo, senza schemi preordinati, e in cui si palesa la dedizione assoluta alla ricerca dell’uomo, delle città in cui vive. La visione umanista di Doisneau rivela costantemente la verità quotidiana, emotivamente coinvolgente, dove è assente ogni aura autoriale e di preordinato, di prestabilito: il suo è un percorso “a casaccio”, come lui stesso ha definito il suo girovagare per Parigi, alzandosi presto la mattina, con i giardini, i passanti, i bistrot, la galanteria urbana, la torre Eiffel che fa da protagonista, le sedie, i piccioni, i personaggi incontrati nei caffè, un affresco di vita quotidiana. La nuova visione di Robert Doisneau e della fotografia umanista francese arriva in Italia subito nel dopoguerra e diventa incisiva per la formazione degli autori italiani, nel momento della consacrazione della fotografia italiana al suo affacciarsi alla ribalta dopo l’oscurità degli anni della guerra e del fascismo in cui fu costretta ad un lungo silenzio. La riscoperta dell’uomo e della sua quotidianità urbana segnala l’apertura culturale libertaria, per tanto tempo repressa; la libertà fotografica italiana si apre così alla libertà di visione del mondo inaugurata dalla fotografia umanista e in cui l’uomo diventa protagonista assoluto dell’occhio fotografico».
Dai Cagnolini al guinzaglio ai Comignoli sull'isola Seguin, dai Bambini con il latte all'Ingegnere su un gasometro, dalla Fonderia Rudier a Il trombettiere della domenica e a Gli agenti ciclisti, e portinerie, lavandai, Lo sguardo obliquo (sempre incredibile alla vista, esilarante e raffinata serie), Bacio a passo di valzer, Il bacio dell’Hôtel de Ville (celeberrimo, a dir poco), I macellai melomani, Il pugile, la cartomante, I pani di Picasso, e giostre, diagonali di gradini... (Photographies© Atelier Robert Doisneau. Tutte le fotografie esposte in mostra, se non diversamente segnalato, sono stampe originali d’epoca alla gelatina bromuro d’argento).
Un universo di perfetta umanità e di rara “verità ontologica”. Con ironia, disincanto, empatia.
Alberto Figliolia
Robert Doisneau. Le merveilleux quotidien. A cura di Atelier Robert Doisneau, Francine Derouille e Annette Doisneau; realizzazione Fratelli Alinari. Fondazione per la Storia della Fotografia e ViDi; consulenza scientifica Piero Pozzi Fino al 3 luglio 2016, Arengario di Monza, Piazza Roma, Monza.
Orari: lunedì chiuso; martedì, mercoledì e venerdì 10-13/14-19; giovedì 10-13/14-22:30; sabato, domenica e festivi 10-20.
Info: tel. + 39 039 329541 e +39 02 36638600;
www.arengariomonzafoto.com
Biglietti: intero 9 euro, ridotto 7 euro, scuole 5 euro.