Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, nel suo intervento alla Conferenza ministeriale del Gruppo Pompidou del Consiglio d'Europa a Strasburgo, ha voluto precisare che non ci sarà «nessuna forma di liberalizzazione delle sostanze stupefacenti», ma una «decriminalizzazione del consumo, e una strategia di riduzione del danno che associ l'aspetto sanitario a quello sociale».
A parte che le droghe oggi sono di fatto già liberalizzate, un plauso al nostro ministro, ricordandogli ciò che lui stesso ha sostenuto diverse volte: decriminalizzazione come primo passo verso la legalizzazione, cioè levare tutte le sanzioni amministrative.
Il punto cruciale della questione è proprio la legalizzazione dei mercati oggi illegali, legalizzazione che avrebbe come conseguenza la fine del business di trafficanti e spacciatori.
È in corso l'allarme sulla città di Napoli, i suoi clan malavitosi che tutti conoscono, tutti sanno dove vivono e di cui tutti sanno che la principale attività è traffico e spaccio di droghe. La risposta viene cercata nell'Esercito e in interventi straordinari, mentre il Presidente della Repubblica cerca di portare il volto rassicurante delle istituzioni nelle strade e nei vicoli martoriati di questa città. La domanda -tragica- che mi viene è questa: restando le droghe illegali, ammesso che si arrestino questi "camorristi", in quali mani passerà il mercato illegale delle droghe, visto che comunque la domanda continuerà ad esserci? Punto e a capo?
Donatella Poretti