Ripeto nuovamente la proposta per la Festa del 2 giugno, avvisando che mi arrivano notizie da vari luoghi nei quali la si sta organizzando così, e poi lo si farà ogni anno.
Per ripoliticizzare la popolazione e sconfiggere l'astensionismo che è un vero pericolo, ho proposto che ci dotiamo di ciò che finora non abbiamo, cioè di una vera Festa delle Repubblica. La quale ha avuto inizio proprio da un referedum istituzionale, quello che indicava la scelta della forma dello stato, se monarchia o repubblica: come sappiamo vinse la Repubblica con l'apporto soprattutto del voto delle donne che dettero alla repubblica un milione di voti più degli uomini. La Repubblica è in certo qual modo nostra ed è bene che ci occupiamo di come festeggiarla.
Così avremo una VERA Festa della Repubblica, che finora non è diventata popolare essendo limitata a un pranzo di gala al Quirinale e in altri tempi pure a sfilate militari, come se l'Esercito non avesse già la sua festa il 4 novembre, né si vede perché ne debba avere due: e quante allora ne dovrebbero avere le casalinghe? un eventuale sciopero delle quali avrebbe conseguenze drammatiche.
Occupiamo dunque pacificamente il verde pubblico, parchi, giardini viali alberati, cortili di scuole con il tradizionale gelso ecc. ecc. e lì ci scambiamo vendiamo offriamo i piatti della nostra rinomata cucina nazionale e regionale, annaffiandola con i vini giusti. Il Convivio, il Simposio è un luogo in cui ci si guarda in faccia, si scambiano parole, magari solo ricette, ma anche pettegolezzi, ma anche si può mettere in vista un tavolino sul quale si espongono i volantini delle iniziative politiche sociali culturali ricreative che organizziamo: e perché no quest'anno le notizie (...) per il referendum istituzionale di ottobre?
Come già successe nel primo referendum istituzionale che istituì la Repubblica, il referendum di quest'anno la riconfermerà e potrà poi dare inizio a un percorso di modifica attraverso un vero ampio partecipato processo popolare, dato che il secondo comma dell'art. 1 della nostra Costituzione dice: «La sovranità APPARTIENE al popolo (e a nessun altro), che la esercita... (non è prevista delega)». Un percorso di modifica potrà sempre essere avviato a ragion veduta e con ampia partecipazione popolare, come la Costituzione prevede. Mi ricordo che i giornali davano notizie dei dibattiti in Commissione e degli schieramenti e dei vari interventi alla Costituente. Non fu affatto una cosa celebrata solo nelle aule parlamentari e solo a suon di voti di fiducia, anzi. Se è andata bene allora, possiamo avere fiducia che sapremo anche questa volta trovare la strada giusta.
Lidia Menapace