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Maria Lanciotti. Il sabato dei Villaggi
18 Maggio 2016
   

Presidio dei Comitati cittadini alla discarica di Albano Laziale e al depuratore dei Castelli Romani

L’assessore Iotti e il consigliere Montesi del Comune di Ardea incontrano la cittadinanza

 

 

Secondo quanto dibattuto e deciso nel corso dell’assemblea pubblica il 7 maggio a Montagnano di Ardea, i Comitati cittadini si sono ritrovati sabato scorso di prima mattina davanti ai cancelli della discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale e più tardi davanti ai cancelli del depuratore dei Castelli Romani al km. 27 di via Ardeatina.

Pioveva a dirotto e faceva freddo e tuttavia si è registrata una buona affluenza di cittadini, circa una cinquantina, e tutto si è svolto secondo programma a cominciare dalla colazione a offerta libera, come sempre ottima e abbondante, un vero conforto per l’organismo e un piccolo introito per il fondo cassa destinato alle battaglie legali. Tutto pronto per i vari interventi, ma il maltempo ha reso inutilizzabile il microfono e l’assemblea ha avuto luogo sotto i tendoni carichi d’acqua, sorretti con la punta degli ombrelli. Intanto diversi compattatori che arrivavano ai cancelli della discarica trovando occupato si ritiravano in buon ordine.

Di nuovo al VII invaso si può notare uno scavo per la tubazione che – ci viene spiegato da un residente della zona – dal pozzo spia porta il liquido di scolo delle buche in discarica, dove viene depurato e rimandato in falda. “E questa sarebbe la bonifica del terrapieno”.

Ed ecco in sostanza le news rese dal tecnico: venerdì 13 maggio si è venuti finalmente in possesso delle analisi effettuate da ARPA Lazio sulle acque dei pozzi spia della discarica, prelevate il 1° marzo 2016. Risultati: oltre alla presenza costante di arsenico e fluoruri (cancerogeni) per il quinto/sesto anno consecutivo nel pozzo F1B – il solo a valle del sito – è stato evidenziato dicloropropano (anch’esso cancerogeno) in concentrazione doppia rispetto al limite di legge. Segno inequivocabile d’inquinamento attribuibile alla discarica e a null’altro. “E le chiacchiere stanno a zero. Il sito, per quello che c’è sotto, va chiuso, tombato definitivamente. Perché altro male non si può fare dopo oltre trent’anni di emissioni e contaminazione. Per figli e nipoti noi abbiamo il compito di far chiudere la discarica”.

Altra voce, altri aspetti dello stesso nefasto problema. La revisione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) del 2009, alcune decine di violate e una sola seduta della conferenza del riesame. Il permanere dei miasmi tossici in prossimità della discarica: “Solo toppe e finte bonifiche”. Il miracolo del VII invaso, la cui capacità residua cresce invece di calare in virtù di propizi innalzamenti della volumetria autorizzata, mentre “droni gabbiani ecc. dimostrano che la distanza dal margine si comincia a misurare a braccia”. L’assenza di un acquedotto pubblico nei villaggi a valle della discarica e insieme il divieto dell’utilizzo dell’acqua dei pozzi privati per ‘uso umano’. Il proliferare di impianti a biogas e a biometano già in funzione o in fase di progettazione concentrati specialmente nel quadrante a sud di Roma. Per questo e altro si rileva la necessità di un’azione legale nei confronti della Pontina Ambiente e dell’Amministrazione di Albano. “Qui piove, nevica, tira vento, la cosa va tenuta in piedi. Anche per il depuratore dei Castelli tante cose in progetto non sono state fatte. La Regione si deve muovere”.

Alle 11:30 appuntamento davanti ai cancelli del depuratore per un sit-in non autorizzato, a differenza del presidio a Roncigliano autorizzato dal comune di Albano, mentre per Montagnano di Ardea la richiesta andava presentata al comune di Roma che non ha concesso l’autorizzazione. Motivo? “Non volevano che noi viaggiassimo sull’Ardeatina con i nostri mezzi” la risposta ricevuta da chi si è occupato della procedura. “Non capiamo, nessuna spiegazione, era un no già deciso”.

Il tempo di dare un’occhiata al sito del depuratore intercomunale, da poco entrato in funzione – un dinosauro moderno dal fiato puzzolente e il respiro graffiante sdraiato fra le colline disseminate di abitazioni preesistenti – che arrivano sul posto l’assessore Riccardo Iotti e il consigliere Alberto Montesi, inviati dal comune di Ardea per il promesso confronto con la cittadinanza. “Vediamoci, cerchiamo di essere uniti per affrontare i problemi cittadini” l’invito di Montesi nel ruolo di parlamentare, che tatticamente aggiunge “e non solo in campagna elettorale”.

Partono le domande: “Si può avere accesso alla documentazione?” “Assolutamente no” la risposta secca. Si discetta di competenze, convenzioni e forzatamente si arriva all’accordo fra Comune e Regione Lazio riguardo ai lavoriper i residenti, poiché paradossalmente i villaggi obbligati ad ospitare il depuratore sono privi di impianti fognari e di acquedotto pubblico. “Nessuna autorizzazione. La Regione non ha mai mandato questo tipo di progetto”. “E il Comune ospitante che fa?” “Non c’è competenza”. “Il Comune ci ha guadagnato: perché non provvede per Montagnano e territori limitrofi?”. “Ardea non ha il collettore”.

Poi a raffica le rimostranze dei residenti stremati dalla puzza permanente emessa dalle vasche di ossidazione e dal rumore incessante prodotto dalla batteria di soffianti, in assenza di barriere antirumore. “A che punto il programma dei lavori? Che provoca sui residenti questo impianto? A quando la barriera antirumore? A quando le fognature, l’acqua, dopo cinquant’anni di fontanelle?” Sferzante la riposta dell’assessore, bene istruito per l’uso: “Ancora con queste mentalità fisse: ci deve pensare il Comune! Chi di voi sa, vada a denunciare. Io non sono venuto qui per prendere il giro le persone”. “Il Sindaco che manda sempre voi dovrebbe stare legato ai cancelli, come aveva detto, se non fosse stata completata la linea fognaria”. Torna a più miti toni l’assessore Iotti: “Intanto vediamo quello che è stato fatto. Pensiamo a un’azione insieme. Andare alla Regione è un diritto oltre che un dovere da parte nostra”. “E gli undici e passa milioni di euro che la Regione deve al Comune di Ardea?”. “I soldi non sono di nostra competenza. Noi abbiamo mandato alla Regione i progetti perché finanziasse Montagnano. Questo depuratore non è di Ardea ma dei Castelli Romani”. “Ad Ardea prendiamo le puzze e i rumori e questi soldi ancora non arrivano”. Conclude l’assessore, di concerto con il consigliere Montesi: “Il sindaco non c’è, al massimo lunedì mattina lo chiamo. Ci si potrebbe incontrare mercoledì o giovedì (18, 19 maggio, ndr), in teoria”. “Assessore Iotti, all’incontro sarà presente il sindaco di Ardea, Luca Di Fiori?” “Assolutamente sì”. E con tale affermazione si chiude la cronaca di un sabato nei villaggi sotto la pioggia battente e il nebbione che saliva dai Castelli e dai Colli romani.

 

Maria Lanciotti


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