La politica perdente sbatte in prima pagina “M5S, resa dei conti. Pizzarotti sospeso mette tutto on line”.
Io ho una forte simpatia per Federico Pizzarotti per il fatto che ha lasciato il posto sicuro fisso in banca per candidarsi a Sindaco di Parma, quando il Comune pareva affogare nei debiti. Io, che ero impiegato nel 1967-68 della Banca Antoniana di Padova e Trieste, sede di Trieste, conosco la sicurezza economica del posto in banca (insieme col lavoro noioso a catena di montaggio di carta), ed apprezzo chi l’ha abbandonato per dedicarsi alla gestione dei beni di tutti.
Perciò, gli ho già inviato una e-mail per invitarlo a cogliere l’occasione di fare un balzo ancora più grande per il bene dell’Italia senza perdersi in bisticci.
“Senza dialogo non c’è politica” commenta Claudio Tito. C’è il dialogo ed è rissoso e perdente. Parlo della politica che ha già toccato altri sindaci, clamoroso quello di Quarto, Rosa Capuozzo, che informò la dirigenza del M5S e venne espulsa tuttavia, quello di Livorno, quello di Lodi, quello di Pomezia… tanti che Cacciari ha chiosato che solo un pazzo può oggi correre ad essere eletto in una carica piena di insidie. C’è poi chi denuncia –più indagati di noi, non facciano i puri– ed apre una bella lotta tra fuori-legge.
Io propongo ossessivamente: non andiamo a votare il cambio della Costituzione senza aver fatto la legge sui partiti chiesta dalla Costituzione all’art. 49! Quando avremo questa legge i casi di corruzione saranno una questione giudiziaria ed i casi politici resteranno confinati a casi di buona o cattiva amministrazione. Non finirà la corruzione, ma finalmente potremo discutere più serenamente di fatti e di persone senza il sovraccarico di valori buoni o cattivi, che resteranno di competenza giudiziaria. Io sono sicuro dell’onestà di Pizzarotti e della malafede degli altri seguaci del comico prestato alla politica.
In ogni caso, sono sicuro che non abbiamo la legge sui partiti, che, sola, può toglierci da questo oceano di chiacchiere senza costrutto. Oltretutto, una legge sui partiti chiarirebbe il problema delle preferenze di voto lasciato aperto dalla legge di riforma della Costituzione. I partiti legali diventerebbero il luogo esclusivo dove si sceglie i candidabili, cioè i candidi da colpe.
Carlo Forin