A Bruno il secolo da lui divinato
qui dove il rogo arse
In un primo meriggio settembrino
gettai oltre il vetro uno sguardo al Campo dei Fiori:
appassita la febbre dei commerci, fiori stanchi di sorridere,
sotto le delicate pelli dei frutti crescono macchie scure.
Un venticello caldo recò un magro brandello di plastica
com’una falena, nel mezzo della piazza levato dalla terra
s’ergeva annerito un uomo bronzeo dal lungo mantello
con cappuccio. Quello era Giordano Bruno, nei suoi occhi
si delineavano nel rame le fiamme rapprese del rogo,
che qui lo divorarono proprio quattrocento anni fa
in nome della giusta conoscenza.
Traduzione di Pietro U. Dini