Daniele Lotti
Il poggio dei cipressi
Polistampa, 2016, pp. 270, € 15
Romanzo dall’intreccio intrigante quello di Daniele Lotti, con vicende talora sbalorditive. Su due piani paralleli si dipana la storia di Ledo, a cui il padre per testamento ha lasciato una splendida tenuta in quel di Montepulciano, con villa e chiesa sconsacrata posta in cima ad un colle di cipressi, e la vita di una setta segreta che ha un forte coinvolgimento in quella stessa tenuta tanto da ostacolarne la vendita a qualsiasi costo.
Ledo ha assistito per diciassette anni il padre malato, così totalmente impegnato da averne subito le conseguenze con ricadute negative sulla sua relazione di coppia; non ha mai avuto interessi alla tenuta e se ne vuol disfare al più presto per goderne finalmente i benefici economici e cercare di ricostruire la famiglia.
L’interessato all’acquisto -che si presenta come un vero affare perché la vendita è a ribasso- viene dagli USA nella persona di una gentile signora amante dell’arte, figlia di industriali potenti e moglie di un uomo avido e privo di scrupoli.
Fulcro intorno a cui ruotano le vicende, gli errori, i pericoli ed i drammi, è una lettera che il notaio ha consegnato a Ledo, con la volontà di suo padre che sia letta immediatamente, che il figlio rancoroso invece trascura, temendo che ostacoli i suoi progetti di vendita.
Così personaggi inquietanti entrano nella vita di persone ignare, alcune che agiscono totalmente in buona fede, altre mosse da risentimento, altre ancora che accarezzano idee di speculazione, nessuna tuttavia così colpevole da meritare la morte. La setta non agisce secondo leggi morali che ormai regolano -o almeno dovrebbero- la nostra società, e se non vengono rispettate suscitano orrore e condanna. Questi misteriosi personaggi decidono sulla vita degli altri come se vivessero in un’altra dimensione, là dove non ci si fanno domande etiche. Non trapela alcuna forma di giudizio e quindi il lettore cerca di scoprirne le ragioni perché la necessità di tutelare un segreto millenario non appare fondamentalmente sufficiente ad accettare la violenza di certi interventi.
Un romanzo con forti contrasti interni, luci ed ombre, in cui si cela un messaggio d’amore per la campagna toscana, con i suoi paesaggi incantevoli e le sue atmosfere di struggente bellezza.
Daniele Lotti