Ha forse ragione Verdini quando parla di un assalto giudiziario ai danni del PD? Ora, l'ex banchiere toscano non è proprio la bocca dell'innocenza in materia di processi, anche se di certo ne è un grande esperto, avendone sei che lo vedono imputato principale. È tuttavia innegabile che negli ultimi anni il principale partito di centro-sinistra sia entrato nell'occhio dei magistrati come mai avvenuto dalla sua fondazione.
Più che Verdini però varrebbe la pena citare Di Pietro, quando ricorda che tangentopoli toccò solo marginalmente il PCI per due ragioni: era partito di opposizione, dunque con un potere decisionale limitato ed espresso per lo più ad un livello locale non ancora titolare delle attuali funzioni pubbliche; la fetta più grossa della corruzione riguardava altre forze politiche e dunque la procura su di esse concentrò le sue forze. Oggi, fatte le debite proporzioni storiche, le parti si sono invertite. Il PD non solo è il partito di maggioranza ma, a ben vedere, è il solo partito con cui i tradizionali attori del malaffare possono contrattare il loro losco tornaconto. Perché non esiste corruzione fine a se stessa, ci vogliono sempre almeno due parti. La società è sempre la stessa, in tutti i suoi vizi, è solo cambiato il colore dei referenti politici che occupano cariche istituzionali.
Il PD è rimasto dunque invischiato nel cambiamento della mappa del potere nazionale e territoriale e, difatti, proprio laddove tale mutamento ha inciso meno, come in Toscana, le inchieste sono assai più rare. Non tanto forse per merito della politica, ma della storia, che là ha congelato relazioni di potere di cui la magistratura fa parte. Perché è l'immobilismo il peggior problema italiano, quella calotta impenetrabile sotto la quale si agitano le acque, che sono le solite acque di sempre. Talvolta la calotta si incrina, o il calore la assottiglia, ma siamo ancora lontani dal liberarci da un'era glaciale che preserva e allo stesso tempo iberna le nostre energie come paese. Acque cattive ieri, acque cattive oggi e nessuna lettura retroattiva potrà cambiare questo inappellabile giudizio, perché riconoscere alla corruzione il valore di male necessario, sarebbe senza dubbio la sconfitta più grande.
Marco Lombardi