Nato negli Stati Uniti intorno agli anni Novanta, l’orto “a lasagna” è composto da più strati di materiali diversi tra loro e sovrapposti, esattamente come una lasagna alla bolognese, da cui il nome. È molto importante la procedura con l’orto cui viene realizzato. È consigliabile rispettare la sequenza con cui si dispongono i materiali, onde evitare di creare un semplice cumulo inerte su cui non crescerà nulla. L’orto “lasagna” adotta la filosofia del do-nothing di Masanobu Fukuoka, un metodo che consiste nell’astenersi da ogni intervento di diserbo, concimazione e potatura, lasciando semplicemente che la natura faccia il suo corso. L’orto “lasagna” è una possibile soluzione nel caso di terreni poveri o inquinati. L’essere sollevati dal suolo rende il lavoro più accessibile e meno faticoso. I vantaggi sono molteplici: poche le erbacce, una migliore ritenzione idrica, dovuta al fatto che il compost trattiene l’acqua, soprattutto se il suolo nativo è sabbioso. Sempre il compost permette di ridurre la quantità di fertilizzante, in quanto rilascia le sostanze nutritive a poco a poco. Il terreno poi è più facile da lavorare perché si presenta friabile, sciolto, soffice.
Per farlo serve:
● carta/cartoni di recupero
● materiale biologico fonte d’azoto
● materiale biologico fonte di carbonio
● compost
● materiale per pacciamatura (foglie secche, aghi di pino, paglia, ecc.)
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e tutti I vantaggi del coltivare con l'orto “lasagna”
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(da Scuola ambulante di agricoltura Sostenibile, 14 gennaio2016)