Prima di prepararci a bombardare chissà chi e chissà cosa, dovremmo occuparci di un paio di questioni che ci riguardano
Nel diluvio di parole, spesso sgangherate, tra esperti dell'acqua calda e politici in trasferta a Bruxelles con tablet da diporto, travestiti da Rambo ma a debita distanza dai veri luoghi del dramma, pronti a lanciarsi nell'agone non con uno scatto umanitario bensì con un tweet a uso elettoral-casalingo, spiccano quelle semplici e ragionevoli pronunciate da Emma Bonino ai microfoni di “Ballarò”.
Senza funambolici giri dialettici o sofisticate analisi politiche, belliche, religiose o presuntuosamente culturali, l'ex ministra degli esteri ha spiegato una cosa semplicissima: prima di prepararci a bombardare chissà chi e chissà cosa, dovremmo fare un paio di interventi che ci riguardano direttamente.
Il primo: mettere ordine nelle intelligence europee integrandole ed evitando così all'Europa l'umiliazione di dover “appaltare” alla Turchia (non proprio un modello di governo democratico e certo non estranea alla complessa situazione che si è creata in quell'area) la difesa dei confini esterni.
Il secondo: costruire una idea di integrazione un po' diversa da quella che è stata applicata nel sobborgo di Molebeek.
Semplice e chiaro. Forse per questo nessuno la prenderà in considerazione.
il Blogghino
(dal Blog della Fondazione Nenni, 23 marzo 2016)
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di Massimo Giannini con Emma Bonino