La nostra pura essenza
è scritta nella pietra
Appena sopra Morbegno, suta i Belìn sul fianco destro della val del Bit in posizione dominante sulla bassa Valtellina, si trova un magnifico altare pagano. È una roccia piana che affiora dal terreno per circa 50 cm, dalla forma genericamente romboidale, i cui vertici indicano i quattro punti cardinali, e che misura approssimativamente 4 m di lunghezza e 2 di larghezza. Sulla sua superficie si trovano incise ben 24 coppelle* di forma e dimensioni varie, e due vaschette di cui la più ampia appare molto rovinata in quanto in quel punto la roccia è sfaldata. Per grandezza e profondità si evidenziano due coppie di coppelle collegate anche da un canaletto. Vicino a picco sulla valle c'è un'altra roccia con incisa una sola coppella.
L’altare ci riporta alla cultura della preistoria, ricca di simboli naturali e di religione ispirata al sentimento primitivo verso la Terra, considerata la Grande Madre.
Le coppelle dovevano servire ai riti di fertilità; come non vedervi, infatti, rappresentato simbolicamente il grembo della Madre Terra che nell’accogliere l’acqua del Padre Cielo viene fecondata a rigenerare la vita. Così come la vaschetta doveva servire ai riti di espiazione e o di riconoscenza; dove si versava il sangue dell’animale ucciso durante la caccia in offerta allo spirito totemico.
La disposizione delle coppelle sulla roccia sembra anche richiamare una costellazione o un disegno del cielo stellato col Sole e Luna uniti da un canaletto.
Alle Istituzioni, spetta la tutela e la valorizzazione del prezioso reperto archeologico che affonda le radici di Morbegno e del suo territorio nella preistoria.
Luciano Angelini
* La coppella è un incavo emisferico, generalmente del diametro di pochi centimetri, ricavato dall'uomo sulla superficie di basi rocciose normalmente piane o poco ripide, come affioramenti o massi erratici chiamati per l'appunto massi cupellari o pietre a scodella di solito poste in posizione dominante e panoramica.
Le coppelle più antiche venivano fatte con attrezzi litici (lame di quarzo) imprimendo un’azione rotatoria sul masso e poi modellate raschiandone con pazienza i bordi interni.
Le coppelle sono diffuse un po’ ovunque in tutta Europa ma anche nel mondo. Le più antiche risalgono al Mesolitico, sono frequenti nel Neolitico (10000?-5000? a.C.) ma principalmente si fanno risalire all'età del bronzo che, per quanto riguarda l'Europa, si estende dal 3500 a.C. al 1200 a.C. circa. Quelle più profonde, regolari e chiaramente realizzate con oggetti metallici, di solito collegate da canaletti sono databili all'età del ferro, che abbraccia grosso modo un periodo che va dalla fine del II millennio a tutto il I millennio a.C. (inizia intorno al XII secolo a.C. nel mondo mediterraneo e tra il IX e l'VIII secolo a.C. nell'Europa settentrionale) e sono le più recenti. In sintesi le coppelle sono databili dal Paleolitico al Medioevo quelle adiacenti a chiese.
La coppella sia per il numero che per la diffusione e la durata può ben essere assurta a simbolo di quella plurimillenaria civiltà legata alla natura che affonda le proprie radici nel Matriarcato.