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Renato Pasqualetti. Siamo tutti omosessuali
09 Febbraio 2016
 

Caro Tellusfolio,

che Paese difficile oggi il nostro! Avremmo potuto e dovuto affrontare e risolvere una questione di “ampliamento dei diritti” per persone vere e esistenti, mentre attorno al ddl Cirinnà si è scatenato uno scontro insopportabile (fatto di ipocrisie, falsità, aggressività, cattiverie…) al cui centro è stata messa la famiglia.

Quale famiglia, poi? Quella che mestamente osserva l’assoluta maggioranza dei femminicidi avvenire nel suo seno? Quella in cui ancora campeggiano incesti e stupri? Quella che fino a un paio di secoli fa impediva (povere monache di Monza…!), di amarsi a persone che, sebbene dello stesso sesso, erano di classi sociali diverse?

No, perché altrimenti ci sarebbe stato da arrossire.

Si è portata in piazza una “famiglia ideale” in cui le persone si amano e che rappresenta un luogo dove i più fragili (i bambini) vengono protetti, amati e cresciuti. Le unioni, appunto, che tutti vorremmo e dovremmo costruire e legalmente riconoscere!!!

Ma una parte del Paese ha prepotentemente aggiunto: dello stesso sesso! Negando così l’estensione dei diritti propri della famiglia eterosessuale alle coppie omosessuali, anzi quasi negando la stessa esistenza di unioni omosessuali. Inconcepibile! Lasciamo perdere gli altri Paesi europei avanzati a cui a ogni pie’ sospinto ci si riferisce, ma l’amore? Dove se ne va a finire questo sentimento che starebbe alla base delle famiglie? L’amore non deve essere rivolto agli altri indiscriminatamente? Non voglio citare dei proto socialisti, mi basta riferirmi a Papa Francesco.

Questa sarebbe stata la discussione da fare e non portare in piazza migliaia di persone che, al di là di tutto, riproponevano una logica di emarginazione degli omosessuali, facendoli sentire comunque ancora “diversi dagli altri”, incuranti di quanto dolore ha rappresentato dover nascondere le proprie inclinazioni sessuali, di quanti suicidi sia stato costellato il cammino di che aveva una sessualità assolutamente naturale, ma fuori da alcune regole consolidate, bigotte e anacronistiche.

L’omosessualità è antica come il mondo, ma la sua iniziale liberazione è storia recente se anche legislatori illuminati e profondi come i padri costituenti non l’avevano assolutamente presente, visto che per quel “senza distinzione di sesso” i vari De Gasperi, Togliatti, Nenni… intendevano certamente sesso maschile e femminile.

Lode quindi al ddl Cirinnà che tende a estendere, o meglio a rendere uguali, i diritti civili a chi si ama e ha deciso di vivere insieme “senza distinzione di sesso”, dando all’affermazione costituzionale una interpretazione storica che si deve tradurre: “senza distinzione di persone con varie tendenze sessuali”.

Una discussione che sarebbe dovuta essere caratterizzata dalla felicità e dall’allegria, come tutte quelle che tendono a rompere le catene della storia e ad estendere la rete dei diritti e le libertà individuali, e che invece è stata cupa e aggressiva.

 

Poi all’interno di questa questione è esistita ed esiste una questione più complessa, che è quella dei figli. Un confronto serio e convintamente alla ricerca di soluzioni per situazioni che esistono avrebbe dovuto far capire che si parla solo dei figli nati dal rapporto tra un uomo e una donna e che poi, mutando i legami tra i procreatori che si separano, seguendo uno dei due può diventare figlio di una coppia omosessuale. È la questione dell’adozione del figlio del partner e non la stepchild adoption, come si è detto malamente, visto che “stepchild” si traduce in figliastro, termine che in italiano, fin dalla favola di Cenerentola e delle odiose “sorellastre”, ha avuto un’accezione assolutamente negativa.

Senza togliere nulla ai figli delle coppie eterosessuali, quale ragione ci può essere nel negare ad una coppia omosessuale di crescere un bambino, figlio legittimo di uno dei due, di amarlo e proteggerlo?

Questi sono i confini del ddl Cirinnà, nessuna parificazione del matrimonio per le unione gay, nessun utero in affitto, nessun diritto di adozione… Solo un primo passo verso il riconoscimento pieno dei diritti per gli omosessuali. Una legge civile che amplia la sfera di alcuni diritti, una legge moderna che consente ad una serie di nostri concittadini di amarsi liberamente e soffrire di meno.

Attendiamo fiduciosi la sua approvazione!

 

Renato Pasqualetti


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