La parola it. manto [dal tardo lat. mantum o mantus, tratto da mantellum ‘mantello’]1 è uguale al nome dell’indovina che diede il nome a Mantova. Io ne propongo l’analisi agli amici di Tellusfolio, che osservano curiosi la mia indagine in ‘Ordine di farfalla’, magari dubbiosi sulle mie esplorazioni sui nomi degli dèi come orientatori dei paleonimi e delle parole comuni. Manto è un telo avvolgente ed una indovina: Manto, figlia del tebano Tiresia,2 fuggita dalla tirannìa di Creonte, fondò Mantova, la città di Publius Vergilius Maro. Osserviamone i tratti nel X libro dell’Eneide (in un manto di stelleee).
Manto.
E Ocno muove una schiera dalle spiagge patrie,
figlio di Manto fatidica e del fiume etrusco,
lui che a te diede, o Mantova, mura e nome della madre.
Mantova ricca d’avi; ma non tutti di un’unica gente:
ha una triplice stirpe; sotto ciascuna sono quattro popoli per zona.
Essa è la capitale dei popoli; il nerbo di sangue etrusco.3 Eneide, X, 198-203
Dice che la sua città ha una triplice stirpe ciascuna con quattro popoli; ed è sette il numero sacro delle divinità sumere dotate del potere me, la parola che crea ogni essere animato.
In sumero, man-tu è ‘partner (del) vento’.
Infatti:
mana, mina3, man, min3, men5 [U.U]
partner; companion; equal; two (cf., mina, ‘two’).4
tu15
(cf., tumu –wind-).5
Il rinvio [U.U] sviluppa ‘a circolo’:
U.U
(cf., mana, man).6
Tuttavia, va evidenziato che U = O, circolo, ovvero il grafo assente dal sumero perché pari al massimo del sacro, significativo del tutto!7
Dunque, il dio vento
tumu, tum9, tu15 [IM]
wind; cardinal point, direction (ta, ‘from’, + mu2, ‘to blow’).8
è in soffio da tutte le direzioni con tutte le intensità, un soggetto così diffuso da confondere i traduttori, incapaci di riconoscere il pronome tu, che il sacerdote-scrittore riconosceva benissimo, essendo l’altro da sé, il suo dio!
Io potrei massacrare i sumerologhi, poverini, intenti a riconoscere gli oggetti antichi descritti, ma totalmente alieni dai nomi degli dèi –perché non esistono!–, dunque incapaci già di leggere il melammu perché la parola creativa in mano ai primi sette dèi non esiste, come loro. Così, anche il pronome tu, chiarissimo in latino ed in italiano, non viene riconosciuto!
tumu-
(cf., tu15 – [vento]).
tumu2,3
(cf., tum2,3).
tumu4
(cf., tum4).
tun(2), tu10 (-b), tu11(-b)
to constrict; to defeat; to massacre; to break up, smash; to overwhelm (cf., dun).9
man-tu ‘partner (del) vento’, chiarita come Manto, indovina, potrebbe venir assunta come miliare di etimologia perché:
1. esprime a giro l’espressione;
2. il genere, nascosto in man-tu si svela in Manto, donna;
3. la cerimonia di divinazione del sacerdote us-zu acquista senso col rapporto del singolo e tutto:
Us7-zu
Sorcerer (stregone, incantatore) ‘spittle, spell, charm’ [sputo, parola, attrattiva] + ‘knowing’ [conoscenza].10
4. Tum compare 81 volte nel primo libro dell’Eneide, pari a 9 x 9, essendo il nove sum. ilim, limi-te al sacro, U, lat. X, è il vento, prima di Eolo, lat. Aeolo, sum. ae-ulu; ae è il vento, ulu è il vento, ea, da scrivere id-ea = En.ki, signor Terra, gemello di Enlil-Ae.
5. Tu è il pronome da riconoscere sui 4000 anni, così come U-EN-TU è fatto dai grafi sumeri del Vento.
Carlo Forin
1 Voc. Treccani.
2 Tiresia (gr. Τειρεσίας). Mitico indovino cieco, appartenente alla stirpe degli Sparti (i nati dalla terra, che si ritenevano i fondatori di Tebe). Compare già nell’Odissea, quando Ulisse, sceso nell’Ade, lo interroga e ne riceve profezie; ha inoltre ampia parte nella leggenda tebana. Secondo una tradizione, fu privato della vista da Era, perché, interrogato dalla dea, affermò che nel rapporto sessuale la donna gode di più; secondo altri, Atena lo avrebbe reso cieco perché vista da lui nuda al bagno. In entrambi i casi compenso per la perduta vista corporea sarebbe stata la facoltà divinatoria. Secondo un’altra versione, la cecità fu la punizione per il fatto che, come indovino, T. rivelava i segreti degli dei. La sua morte è connessa con la presa di Tebe da parte degli Epigoni. (Enc. Treccani)
3 Ille etiam patriis agmen ciet Ocnus ab oris/ fatidicae Mantus et Tusci filius amnis,/ qui muros matrisque dedit tibi, Mantua, nomen, Mantua, dives avis, sed non genus omnibus unum:/ gens illi triplex, populi sub gente quaterni,/ ipsa caput populis, Tusco de sanguine vires.
4 John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Logogram Publishing, Los Angeles, 2006: 168.
5 Ivi: 278.
6 Ivi: 283.
7 Capita che l’italiana ‘tutto’ valga due sillabe tut-to, sumero ipotetico tut-tu.
8 John Alan Halloran, op. cit.: 282.
9 Ivi: 281-282.
10 Ivi: 305.