Tegole rotte
sotto un cielo stanco
a riparo di muri muti
voci tremule di pianto
di nuvole trasfiguranti
le corone di pini in prati
di steli ondeggianti.
Dalla terra desolata
corrente d’aria
in rami vorticanti e ombre
argini per onde sbilenche
dissonanze di memorie sparse
cullate dal mare del niente.
Allo sguardo grave del tempo
- ora privo di sogni - la deriva
e il ritmo franto del pianto.
Giuseppina Rando
1 febbraio 2016