«(...) non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». Ammesso che l'altissimo abbia mai manifestato una 'sua volontà' sull'argomento, da Abramo in giù... e per non parlare della 'famiglia' che ha voluto accogliesse il figlio suo, il comandamento lasciatoci da quest'ultimo (“Amatevi gli uni gli altri...”) ne è comunque l'indizio più convincente. E credo sia chiaro per tutti che l'espressione usata da Francesco facesse riferimento a un sacramento (quello del matrimonio) da distinguersi appunto da “ogni altro tipo di unione”. A partire dal matrimonio 'civile', dunque, fino a qualsiasi altra forma di convivenza, più o meno 'tradizionale'.
La più grande “confusione” in materia deriva, almeno in Italia, dall'art. 7Cost. e dalle lateranensi regolazioni da esso derivate. Da cui le considerazioni che andavo facendo, nella discussione con Forin scaturita dal suo “Italia 2016”, a proposito delle (vere) urgenze di riforma costituzionale rispetto a quelle individuate dal nostro Parlamento su impulso del... 'Nazareno'. E non a caso, forse, il papa ha usato quelle parole dinnanzi al Tribunale della Sacra Rota, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario. Non arrivo a interpretare l'espressione di papa Francesco quale richiesta di cancellazione del citato articolo 7 e cioè la rinuncia al Concordato, benché ne sarebbe la conseguenza più logica e scontata, ma le interpretazioni tratte invece dai fondamentalisti alla Socci sono lapalissianamente fuori strada.
Enea Sansi