Compagnia Stabile del Teatro di Terra
diretta da Luigi Onorato
Percorsi di studio: commedia e commedianti ‘15-‘16
Domenica 24 gennaio 2016
alle ore 18:00 al Teatro di Terra
Eccoci qua con la prima produzione 2016 della Compagnia del Teatro di Terra, all'insegna di Eduardo, con studio e senza retorica. Ironia sottile, sarcasmo, caustica umanità e spasso, fuori dai cliché mediatici.
Obiettivo del percorso di cui questa è una tappa è LA LEGGEREZZA (Kundera, Calvino) della commedia, superando LA PESANTEZZA del materico realismo dell'attore. Seguiranno altre produzioni che vogliono anche stimolare il coinvolgimento di attori dei Castelli Romani, che possono vantare un minimo percorso professionalizzante: fatevi avanti senza chiudervi nelle vostre sicurezze. Mettetevi in discussione con i pochi professionisti del territorio!
Tre atti unici. Amicizia: sotto una veste farsesca la secchezza della trovata di Eduardo, ovvero della vita, che ne vanta infinite e più del diavolo, di vie. Alberto va a trovare per l'ultimo saluto, addirittura sulle montagne di Avellino, l'amico moribondo che però non vuole vederlo... nella sua vera identità. Ma che gli consegna un'amara verità quando è sotto la veste di un notaio, che chiude una serie di farseschi travestimenti di Alberto, coordinati dalla sorella, Carolina. L'ambiguità del finale di Natale in casa Cupiello, ritorna anche qui: Bartolomeo moribondo è lucido? capisce ed architetta la consegna della verità? Come Luca Cupiello che benedice l'amante della figlia facendo finta di riconoscervi il marito legittimo? Queste ambiguità così teatrali e meno spettacolari, distinguono Eduardo della tradizione da cui viene, e ne fanno un grande del Teatro universale.
Pericolosamente narra della situazione assurda di Dorotea che viene sparat’ sempe dal marito Arturo che trova che pe’ sta’ cuieto ‘e mugliere s’hann’ sparà. Michele amico di Arturo venuto a trovarlo si trova in questa specie di manicomio familiare, ma alla fine vi s’adatta e dà man forte all’amico. Ma ancora il senso spesso, comicamente spesso di Eduardo traccia un’altra linea di ambiguità: il trattamento maschilista è tale da giustificare le reazioni della moglie, che vi trova un ribelle rifugio, pur soccombendo.
Sik-Sik è un prestigiatore, guitto e scalcagnato, con la moglie Giorgietta, incinta, sbarca il lunario in teatri di quart’ordine. Nicola, il collaboratore tarda all’appuntamento per l’esibizione, costringendo l’artefice magico a farsi aiutare da Rafele, poco pratico e poco sveglio. Gli equivoci durante i numeri causano anche pericolo per Giorgietta. Ma alla fine con grande abilità istrionica Sik-Sik riesce a portare a termine lo spettacolo. La comicità è tutta intrisa di un profondo sentimento di amore e compassione per i poveri guitti, che debbono conquistarsi il pane ma anche la dignità negata. Come ne L’arte della commedia. Un tema caro ad Eduardo che conosceva tutto di quel modo. Insieme alla magia finta o vera che sia cui ci aggrappiamo per sopravvivere. Come ne La grande magia dove Sik-Sik diventa Marvuglia.
Un debutto, una prima, non l’evento col vuoto appresso. Lo spettacolo sarà in repertorio subito dopo e, si spera, per lunghi anni. Migliorando come il buon vino, col tempo.
Teatro di Terra
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