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Opinioni di un Clown. Da Heinrich Böll, Compagnia Tiberio Fiorilli di Bari  
Ancora un grande appuntamento al Teatro di Terra di Velletri
13 Gennaio 2016
   

Domenica 17 gennaio alle ore 18:00 al Teatro di Terra

 

 

Approfittare di qualche occasione come questa! Se avete letto Böll non potete mancare!

Le forze scemano e l'incomprensione e l'indifferenza di chi dovrebbe supportare invece per legge (la Costituzione!) sommergono anche le migliori intenzioni. L'illuminismo capovolto dei nostri giorni: i semplici sono illuminati e gli illuminati preposti sono all'oscuro!

Ecco cosa proponiamo per la prossima domenica. Vi rimettiamo per sintesi una critica esaustiva. (“Opinioni di un clown”, critica di Christa Blenk apparsa il 9 Novembre 2015, traduzione di Luigi Onorato).

O Du Lieber Augustin, Augustin, Augustin… Ah tu caro Agostino… (Canzone Popolare.)

Il sipario è ancora chiuso, ma il pubblico già intona per tempo la musica del film anni sessanta di Peter Alexander, in cui si sente il pezzo.

Il clown si trova in scena, si è infortunato un ginocchio durante il suo ultimo spettacolo a Bochum. Da solo (col cognac) viaggia attraverso la sua vita passata. Ha il suo alloggio a Bonn, il suo bagno caldo, il suo giornale della sera, neanche un quattrino, nessun ingaggio, e pensa ai nuovi numeri da clown, e nel mentre prende qualcosa dal suo baule di accessori di scena. Hans si deve annoiare mentre esegue ripetutamente lo stesso numero. Egli non paga imposte per nessuna chiesa, e’ un uomo puro, malato d’amore, e non corruttibile.

Il suo monologo su questo viaggio verrà interrotto, ovvero accompagnato, da sei persone, che completano la sua storia, insieme con la memoria, di un registratore.

Per primo si fa vivo il suo agente, che lo insulta, perché da ubriaco si è procurato questo incidente, e gli intima di andare dal medico. Poi Maria si presenta in scena, e entrambi rivivono ancora una volta l’inizio della loro bella e spensierata relazione di un anno. Maria è cattolica ma ciò nonostante ha con Hans intrecciato questa lunga relazione illegittima. Poi telefona sua madre, che ha saputo che egli si trattiene in città, ma è troppo vile per fargli visita. Hans la insulta e la disprezza, lei che era un vecchio difensore del nazismo, è ora presidente della società per la soppressione del razzismo. Le attribuisce anche la colpa della morte di sua sorella Henriette nel 1945. Lei attacca a piangere al telefono e riattacca.

Ora Hans vuole parlare col fratello Leo, il protestante, che diverrà parroco cattolico. Al telefono però arriva un altro ospite che gli spiega che durante l’ora di pranzo Leo non vuole essere disturbato a meno che non si tratti di vita o di morte. Maria ritorna, più consapevole, e vuole discutere. Non può sposarlo, finché l’educazione del figlio non ancora nato non sarà chiarita. Di nuovo l’agente al telefono, che pensa ora solo bene di lui.

Bussano, è suo padre alla porta. Hans presume che sia la madre ad averlo mandato. Il padre gli offre del danaro, se però cambia la sua vita, sull’esempio del padre, dell’imprenditore, del fine uomo di una società pulita, e che ora invece è indegna della sua prole. Hans lo butta fuori, forse anche perché deluso che gli abbia offerto solo 300 marchi al mese, nonostante Hans ne chiedesse 1.000. Alla fine riesce a chiamare il fratello Leo. Con lui c’è troppa distanza e non si capiscono per niente. Leo gli chiede 10 marchi, Hans è offeso, ma ci passa sopra. Nonostante il suo anarchismo vuole prendere qualcosa dell’economia del benessere. Hans vuole che Leo gli prenda delle sigarette: “sono a casa ferito”. Ma sono le 21 e Leo non ha il permesso preventivo (che deve essere richiesto prima delle 12) e abbandonare la casa comporta una punizione. Da suo fratello apprende anche che Maria è a Roma in viaggio di nozze. La notizia chiude una porta che però fino ad ora non era neanche aperta.

alles ist hin! tutto è finito”. Fine canzone.

Hans prende la sua chitarra si siede al margine della strada e appoggia il suo cappello accanto a se. Appena l’ultima moneta e’ gettata nel cappello, cala il sipario. Nessuno può capire un clown!

 

Stefano Skalkotos è un clown meraviglioso, che recita il ruolo così triste e senza speranza, per gli altri che ridono, di fatto senza patos. Egli ci convince e noi lo capiamo, ma non proviamo nessuna compassione per lui. Egli è dignitoso ed umano. Henriette e Maria, sorella ed amante, le ha perdute entrambe, l’una a causa della egoistica madre, l’altra per l’egoistica religione.

Maria è interpretata da Chiara Condo, ed Alessio Caruso è il padre. Molto apprezzata l’idea di rappresentare gli altri personaggi attraverso il telefono. Le voci sono di Daniela Poggi, Cosimo Cinieri, Massimo Giuliani e Daniela Giuliani. La regia è di Dino Signorile.

Da trent’anni è deceduto Heinrich Böll (1917-1985). La Compagnia “Tiberio Fiorilli” ha eseguito un pezzo esemplare di contestazione della società. Stefano Skalkotos ha ricomposto il testo ed assunto il ruolo principale.

Opinioni di un Clown è del 1963, e cade nel periodo più creativo di Heinrich Böll, da quando ricevette nel 1951 il premio del gruppo 47, che gli valse 1.000 marchi ed un contratto con Kiepenheuer & Witsch. Con la pubblicazione del suo romanzo Foto di gruppo con signora (1971) si aprì la strada del Nobel per la letteratura del 1972. Böll, sia attivista politico che scrittore, uscì definitivamente, nel 1974, dalla Chiesa Cattolica.

 

N.B. Alcuni interpreti sono cambiati, fa fede la locandina del TdiTerra.

 

Teatro di Terra


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