Oscilla in alto il ramo
al canto del fringuello
nel perdersi delle foglie
la begonia ondeggia
tra rosa e lillà lacrima
in opposte simmetrie di grappoli
per mistici rituali intreccia giochi
ponti fragili di rami gravidi di sete
arbusti carichi di gemiti.
Un delirare di menti in basso
tra glicine in festa che
lega lembi di sogni dispersi
a grappoli letali
a giochi di felci e querce
a brusii solcati da pianti
cristalli iridescenti
Fulminea oscura Némesis
tra folate di nebbia
s’alza s’asconde silente
in sismi in tsunami
in urlo di gabbiani.
Si deforma la luce
si sbriciola l’alba
ombre fuggiasche
al morbo che morde
al sole che più non incanta
polvere lascia la dea placata
echi di fragori
riverberi di infinito ritorno.
Giuseppina Rando