Firenze – Fa effetto vedere il volto sorridente del nostro primo ministro in Libano con indosso una tuta mimetica. In particolare, si nota che sul taschino c'è il suo cognome “Renzi”. Mi sono domandato; ma hanno trovato una mimetica di un omonimo del primo ministro e che avesse anche la stessa taglia? No, forse no, visto che sulla mimetica dei militari che gli sono accanto c'è solo la generica scritta “esercito”. E quindi mi sono immaginato le operose mani di un/a sartina/o che, svegliata/o nottetempo visto il brevissimo preavviso dell'arrivo del responsabile del nostro Governo in Libano, si è messa/o lì a ricamare su una mimetica della taglia giusta la erre, la e, la enne, la zeta e la i. Comunque, Renzi sembrava a suo agio e sereno, con un viso tipico (nella foto che ho visto) con sorriso per un selfy.
Mi è venuto in mente un altro episodio simile. Ignazio La Russa. Quando, ministro della Difesa, andava a visitare le truppe italiane in (mi sembra) Afghanistan. Altro stile e altra storia. Da buon fascistone,1 con la sua mimetica, aveva la faccia di un contento e stupito che sembrava dicesse “minghia ragà,2 è da quanno ero 'nu picciottu che sognavo di essere qui con questa mimetica.3
Apoteosi dell'abbigliamento? Probabile. Le mimetiche dei potenti sono un fascino? Forse per quegli uomini, per esempio, che si eccitano quando vedono una donna in divisa. O per coloro che, quando vedono i militari a loro portata tangibile (fisica e morale) dicono frasi del tipo “i nostri ragazzi”, “bravi”... dimenticandosi che oggi i militari sono “di carriera”, cioè persone che hanno scelto di fare questo lavoro al pari di qualunque altro lavoratore alle dipendenze della pubblica amministrazione, e non sono lì, coscritti, per servire la patria. Ma la retorica non fa mai male.... ad alcuni. La stessa retorica che ha portato il nostro capo del Governo a vestire quella mimetica che ci ha ricordato di essere irriverenti.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
1 Senza offesa, anzi, credo che lui ci si ritrovi appieno in una simile qualifica, visto anche che il suo nome completo è Ignazio Benito Maria La Russa.
2 La Russa, di origine siciliane, non avrebbe potuto usare altro intercalare...
3 Molto simile a quel Massimo D'Alema, capo del Governo che, nella prima riunione dei Gxx del mondo, aveva la faccia di chi tra sé e sé diceva “cazzo, dove sono arrivato”. Nello stesso stile della celeberrima frase di Piero Fassino, all'epoca segretario di quello che oggi è il Pd, “abbiamo una banca” riferito alle vicende Unipol dell'epoca.