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Chiara Moscatelli. Beni culturali e Turismo: I Palazzi dei Rolli a Genova (Parte II)
16 Dicembre 2015
 

Delineata la storia dei Palazzi dei Rolli e delle Strade Nuove a Genova e delle motivazioni che hanno portato 42 di questi Palazzi, che si estendono per quasi tutto il centro storico in modo capillare, ad entrare a far parte della Lista UNESCO dei siti Patrimonio dell’Umanità, saranno descritti alcuni dei Palazzi che ne fanno parte e delle giornate dedicate alla visita organizzate dal comune genovese.

Tra i Palazzi che rientrano nel patrimonio UNESCO si trova il Palazzo Doria-Spinola, situato presso Largo Eros Lanfranco I, rientrante nel primo bussolotto del 1588. L’antica dimora, oggi sede della ex Provincia e della Prefettura di Genova, fu fatta costruire da Antonio Doria e cugino di Andrea dopo che la sua residenza venne distrutta per costruire la cinta muraria. La zona, nel Cinquecento, era luogo di campagna e immersa nel verde, ma vicina alle nuove residenze dei nobili.

Il palazzo venne costruito a più riprese e con molta probabilità i lavori vennero seguiti da più artisti.

La residenza passò agli Spinola nel 1624, che abbellirono gli interni chiamando a sé artisti di pregio, come Andrea Ansaldo.

Giovanni e Luca Cambiaso abbellirono i saloni con la storia della guerra di Troia; i fratelli Calvi, invece adornarono l’atrio, il cortile e la loggia superiore, quest’ultima ispirata alla galleria delle “Carte Geografiche” dei palazzi vaticani, descrivendo però le gesta di Andrea Doria.

Di particolare pregio è il salotto detto di “Orfeo”, dove si trovano ancora parte delle decorazioni di Andrea Ansaldo e Valerio Castello.

Passando per Salita Santa Caterina si trovano altri quattro palazzi del sistema dei Rolli, di cui uno inserito nella World Hertiage List ed è il Palazzo Spinola di Luccoli-Tedeschi, inserito nel sistema con il primo rollo, sito in Salita Santa Caterina 4 e rimanendo uno dei palazzi più belli di Genova. La dimora di questa famiglia così prestigiosa sorge vicino alla Chiesa di Santa Caterina ed ad un vecchio convento omonimo, risalenti all’inizio del 1200.

Il palazzo nel 1664 venne associato al nome di Agostino Airolo, il quale, il quale ristrutturò l’edificio, entrando a far parte del primo bussolotto, il più importante. Di questo particolarmente bello è il cortile interno, dove si può ammirare una fontana con satiro ed intorno a cui si trova un scala a chiocciola che porta verso un’area verso Villetta di Negro. I costruttori presero a riferimento il Palazzo Tursi per la sua costruzione, sito in Strada Nuova (Via Garibaldi) ed oggi sede del Comune.

Nel XIX secolo il palazzo passò alla famiglia Franzoni e in seguito alla famiglia Tedeschi. Oggi invece è sede di uffici e abitazioni private.

A fianco a questo, sito in Via Santa Caterina 3, si trova il Palazzo Spinola-Pessagno, edificato da Giovan Battista Castello per Tommaso Spinola tra il 1558 e 1561. Nel 1574 venne venduto alla famiglia Negrone, che lo abbellì sia esternamente che al suo interno: la facciata venne creata sulla base di un palazzo romano disegnato da Raffaello ed è ricca di cornici, fregi, maschere, figure femminili e maschili. Anche in questo caso sono stati chiamati ad adornare il palazzo artisti famosi, come Luca Cambiaso, artefice della decorazione interna di Andromeda che accoglie “Perseo liberatore”. Tra il XVIII e XIX secolo il palazzo passò alla famiglia Pessagno e oggi è sede di abitazioni privati ed esercizi commerciali.

Giungendo poi in Via Garibaldi, si trovano il maggior numero di palazzi del sistema dei Rolli nonché di quelli che rientrano nella Lista Unesco, essendo in tutto 12.

Partendo da Piazza Fontane Marose si incontra il Palazzo Pantaleo Spinola o Gambaro, la sua facciata semplice nasconde le bellezze dell’interno, rappresentando uno dei elementi pittorici del barocco genovese più prestigiosi. Ad oggi il palazzo appartiene al Banco di Chiavari.

Appartenente a Angelo Giovanni Spinola, ambasciatore in Spagna e banchiere di Carlo V, è l’edificio sito in Via Garibaldi 5. Interessante è la storia di come questo ricco nobile ottenne l’appezzamento di terreno più grande di tutta la Strada, corrompendo i Padri del Comune con pagamenti in denaro. Fino al 1916 è appartenuto alla famiglia Spinola, mentre oggi è della Deutsche Bank.

Di più recente costruzione, intorno al 1700, e non appartenente al piano urbanistico tradizionale è Palazzo Bianco o Luca Grimaldi, sito in Via Garibaldi 11. Fece parte sia del secondo che del primo bussolotto. Venne ricostruito sulle macerie di un vecchio palazzo dei Grimaldi e oggi è il più antico museo genovese, racchiudendo opere della scuola italiana, fiamminga e spagnola, tra cui il famoso dipinto de “La cuoca”; venne infatti donato alla città genovese nel 1884, quando Maria Brignole Sale De Ferrari duchessa di Galliera lo donò per la costruzione di una pubblica galleria. Tra le opere più belle si ricordano l’Ecce Homo del Caravaggio, il Cristo deriso di Gioacchino Assereto e la Crocefissione del Veronese.

Altro Museo della Strada Nuova è Palazzo Rosso o di Ridolfo Maria e Gio Francesco Brignole Sale, sito nella stessa via 18.

Nella Strada Nuovissima, Via Cairoli, al momento della sua costruzione venne ampliato e modificato il Palazzo Doria-Lamba, appartenente alla famiglia dei Balbi. Ad oggi appartiene alla famiglia Doria-Lamba e suddiviso in uffici e abitazioni.

Proseguendo il percorso per Largo Zecca, si trova il Palazzo Lomellini Patrone, oggi sede del Comando Militare regionale. Gli affreschi interni narrano della storia del personaggio biblico Esther, che riuscì a scalvare il popolo di Israele dal massacro voluto dal gran visir Amman. Alla fine dell’800 il palazzo è stato parzialmente distrutto e rimpicciolito per l’allargamento di via Balbi.

In Piazza della Nunziata 2, invece, è sito il Palazzo Belimbau o di Antoniotto Cattaneo, il quale venne commissionato dalla famiglia De Ferrari e ultimato tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. Nel 1815 fu residenza del Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone Bonaparte. Nel XVIII secolo venne donato all’Università di Genova, ospitando oggi uffici.

Anche in Via Balbi, come in Via Garibaldi, sono siti numerosi palazzi ricchi di storia che rientrano nella Lista UNESCO.

Di particolare pregio è il Palazzo Reale o Balbi Durazzo, creato nel 1600 si commissione di Stefano Balbi commerciante di argento, divenne residenza dei Savoia nel 1824. Nella seconda guerra mondiale il palazzo ha subito molti danni ed oggi appartiene allo Stato italiano, essendo dedicato alla Soprintendenza della Liguria ai Beni Culturali ed ad un museo. Tra gli elementi più famosi del palazzo si ricordano, al secondo piano, la Galleria degli Specchi ed i dipinti di Van Dyck, Guercino e Bernardo Strozzi.

Passando per Via del campo e poi in Piazza Pellicceria si trova il Palazzo Spinola di Pellicceria, costruito per volere dei Grimaldi alla fine del ‘500, successivamente appartenuto agli Spinola ed ad oggi proprietà dello Stato italiano.

I primi due piani sono affrescati con le gesta dei Grimaldi e anche qui, come nel Palazzo Reale, si trova una suggestiva sala degli specchi; mentre tra i dipinti se ne trovano di Van Dyck, Strozzi e Grechetto. Gli ultimi due piani sono andati distrutti dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale ed oggi sono ristrutturati per creare la Galleria nazionale della Liguria che accoglierà numerose opere d’arte.

Giungendo in Via San Luca si può ammirare il Palazzo di Negro, terminato nel 1572 e voluto dal doge della repubblica genovese Ambrogio di Negro e oggi sede di una società di spedizioni e casa d’aste. È per lo più appartenuto al primo bussolotto e, degno di nota, compare nella planimetria di Rubens che l’artista costruì come esempio per i nobili di Amsterdam. L’antica dimora è stata recentemente ristrutturata; le sue facciate sono abbellite da affreschi e possiede due entrate, una su Piazza Banchi e un’altra su Via San Luca. Grazie all’intervento di restauro è stato riaperto il loggiato sul cortile e lo scalone che arriva ai piani nobili, tra cui il più conosciuto è il secondo, famoso per gli affreschi mitologici, di cui oggi rimane il “Ratto di Elena”, presente nel grande salone abbellito, tra le altre cose, da marmo bianco pregiato e pietra nera.

Tutto il palazzo rimanda ad una profonda conoscenza della cultura umanistica da parte del proprietario Ambrogio, amante di questi studi e della poesia, a cui si dedicò alla fine del suo mandato da doge.

Viaggiando” per le strade della Genova antica, in Piazza De Marini, è sito un altro palazzo dei Rolli appartenente alla World Heritage List, quello De Martini-Croce, costruito nella prima metà del XVI secolo su un vecchio albergo della famiglia nobile dei De Martini, per volere di un doge della stessa famiglia, Agostino. È stato inserito per due volte nelle dimore obbligate ad ospitare viaggiatori illustri, appartenendo al terzo ed al secondo bussolotto. L’ingresso è abbellito da scale di marmo e da figure femminili che rappresentano la Pace ed il palazzo è arricchito, come negli altri casi, da affreschi di pittori come Gio Battista Ratti. L’edificio come è ora, però, risale al XVIII secolo, modificato dai nuovi proprietari; di cui opere particolarmente belle sono la fontana nell’atrio ed il cortile. Agli inizi dell’800 venne profondamente trasformato e al piano terra furono aperte delle botteghe mentre i piani superiori vennero modificati in appartamenti ed uffici.

Non sempre, però, è possibile visitare i palazzi dei Rolli. Nella maggior parte dell’anno questi infatti rimangono chiusi ai visitatori, tranne in eventi come i Rolli Days, inteso come un progetto per la promozione del patrimonio culturale ed artistico della città di Genova.

Questo evento è promosso dal Comune di Genova, dal Segretariato Regionale della Liguria, dall’Associazione dei Rolli della Repubblica Genovese, in collaborazione con l’Università degli Studi di Genova ed è attivo, con grande successo dal 2013. I Rolly Days prendono di solito due o quattro giorni due volte l’anno e, nella penultima edizione di maggio 2015, hanno riscosso molto successo, registrando 100.000 visitatori, tra genovesi e turisti; nell’ultima edizione di settembre ci sono stati poco più di 50.000 visitatori.

Da quando è stato realizzato questo evento, i beni culturali genovesi si sono resi più visibili a cittadini del capoluogo ligure e non solo, raggiungendo anche una certa visibilità all’estero: l’avviso dell’evento è stato pubblicato su testate di grande pregio, come quella di Focus, venendo accolta con grande interesse dalla Germania, che ne ha parlato su diverse testate giornalistiche.

In questi giorni dedicati ai Rolli alcuni dei palazzi vengono aperti e durante la loro visita è possibile avere informazioni storiche ed artistiche grazie a studenti e ricercatori dell’Università di Genova, che permettono inoltre ai visitatori di entrare in luoghi privati ed inaccessibili al pubblico. Con visite turistiche professionali è possibile invece compiere un percorso guidato all’interno dei vicoli.

I Rolli Days nella loro offerta comprendono non solo la visita degli edifici storici ma anche la fruizione di mostre e visite guidate ad alcune ville illustri genovesi, di cui alcuni eventi sono gratuiti ed altri a pagamento.

 

Alcune segnalazioni sitografiche:

»» www.palazzoducale.genova.it

»» www.rolliestradenuove.it

Chiara Moscatelli


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