Venerdì , 22 Novembre 2024
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Arte e dintorni
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
SCHIAVONE. Tra Parmigianino, Tintoretto e Tiziano  
Splendori del Rinascimento a Venezia
10 Dicembre 2015
   

Si è aperta al Museo Correr di Venezia, fino al 10 aprile 2016, la prima mostra dedicata ad Andrea Schiavone, inventore di uno stile nuovo. Una pittura dirompente e un artista “fuori dal coro” ammirato da Tintoretto, da Carracci e da El Greco, (catalogo 24 Ore Cultura).

Nello straordinario scenario della pittura rinascimentale veneziana, in quel concerto polifonico che vedeva eccezionali personalità primeggiare in laguna, e da qui in Europa, la figura e il “suono” di Andrea Meldola detto lo Schiavone (Zara, 1510 c. – Venezia, 1563) spaccò l’opinione pubblica e divise la critica: chi come l’Aretino lo stimava e gli era amico, chi come Paolo Pino non nascondeva il suo disprezzo. L’esposizione a cura di Enrico Maria Dal Pozzolo e Lionello Puppi riunisce per la prima volta oltre 80 lavori di Andrea Meldola, dipinti, disegni, incisioni, la maggior parte dei quali mai esposti in una mostra e provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, oltre ad alcuni inediti, si possono vedere insieme i capisaldi dell’opera pittorica di Schiavone e con essi importanti dipinti di confronto dei maggiori artisti del tempo, punto di riferimento per il dalmata e con cui egli ebbe contatti o rapporti di “dare” e “avere”.

Capolavori del suo maestro ideale Parmigianino – la grande Madonna di San Zaccaria degli Uffizi – del suo compagno di scorribande giovanili, Jacopo Tintoretto, di Tiziano – con la Madonna Aldobrandini dalla National Gallery di Londra – e ancora Vasari, Salviati, Bordon, Bassano, Polidoro da Lanciano, Lambert Sustris: tutte presenze importanti per Schiavone e per lo straordinario concerto dell’arte veneziana nell’età del Manierismo.

A ritardare il pieno riconoscimento di Schiavone, inventore di uno stile sintetico nuovo, di tocco e a tratti quasi “informale”, hanno contribuito sicuramente le nebbie che ancora avvolgono la sua biografia: in particolare la formazione tra la nativa Zara (in Croazia), l’Italia Centrale (Bologna? Firenze? Roma?) e la meta finale Venezia.

Eppure, le sue opere raggiungono vertici di straordinario livello; i suoi dipinti, disegni e incisioni impreziosiscono le dimore dei maggiori patrizi veneziani e finiscono nelle grandi collezioni reali europee; i suoi servigi vengono richiesti per la decorazione di numerose Chiese e tante repliche antiche di sue ideazioni attestano la fortuna delle sue invenzioni.

Fu Vasari a condizionare le biografie successive, definendo Schiavone esponente di una certa pratica che s’usa a Venezia di macchie o vero bozze, senza esser finita punto: un precursore dell’informale, verrebbe oggi da dire. Vasari lo criticò, ancor prima di recarsi a Venezia nel’41, gli commissionò la rappresentazione di una Battaglia di Tunisi per Ottaviano de’ Medici. Considerata la sua opinione sulla pittura lagunare, la cosa ha dell’eccezionale, spiegabile forse con la mediazione dell’Aretino, amico comune, se non con l’intento di dimostrare la superiorità sua o della scuola fiorentina. Certo è che il San Girolamo che Vasari dipinse per l’Ottaviano l’anno successivo, ora a Palazzo Pitti ed esposto a Venezia in questa occasione, pare l’esatto contrario della proposta linguistica che Schiavone andava diffondendo in quegli anni.

Contro i commenti vasariani e in difesa di Schiavone – che addirittura viene posto da Giulio Cesare Gigli in apertura del corteo De’ Veneziani che seguono il carro della Pittura Trionfante (1615) – furono molti a scagliarsi: grandi pittori come Annibale Carracci ed El Greco, e critici in testa ai quali Marco Boschini – rispondendo al Vasari – scrisse: O machie senza machia, anzi splendori/ che luse più de qual se sia lumiera.

Era la “furia Dalmatica”, dal pennello veloce come freccia. Una forza della natura. E già Ridolfi, nelle Meraviglie dell’arte (1648), ricordava che Jacopo Tintoretto era solito ripetere ch’era degna di riprensione quel Pittore che non tenesse in casa sua un quadro d’“Andrea”, qualche anno più tardi Boschini precisa – su fonte diretta del figlio Domenico – che Tintoretto addirittura teneva avanti di sé, come esemplare, un quadro di questo Auttore per impressionarsi di quel gran Carattere di Colorito, così forzuto e punto.

Certamente l’influenza di Schiavone su Jacopo Robusti e gli indizi di una loro frequentazione non episodica sono ormai accertati (non per nulla in passato furono parecchie le confusioni attributive tra i due), così com’è condiviso dalla critica che il pittore dalmata sia stato il principale diffusore del Parmigianino in area Veneta.

Dal grande artista emiliano Schiavone trae modelli figurativi che rende propri e soprattutto una forma di disegno pittorico che “è un aspetto fondamentale del suo contributo alla storia della pittura veneziana”. I disegni pittorici del Meldola impressionano per qualità e freschezza, ma anche nelle incisioni Andrea raggiunge vertici assoluti, dimostrando una vera passione che metterà per tutta la vita (quasi maniacale per le numerose varianti, i ritocchi, la ricerca della precisione), sviluppando la sua ricerca di pari passo a quella pittorica, utilizzando in modo straordinario la puntasecca insieme al bulino e realizzando circa 150 soggetti declinati in più varianti.

La grafica di Schiavone – per la quale, oltre a Parmigianino, egli trae spunti da molti artisti veneti e del Centro Italia – costituisce senza dubbio un momento capitale nella storia del disegno veneziano e del Rinascimento lagunare e il corpus di disegno, incisioni e stampe presente in questa eccezionale occasione al Museo Correr rivela la magia di un tocco unico, senza paragoni.

Tra tutte va segnalato il Ratto di Elena: incisione prestata dal British Museum insieme ad altri 13 importanti lavori dell’artista, unica opera dello Schiavone firmata e datata, 1547.

Per quanto riguarda l’interesse e la fama di Schiavone in Laguna era stato lo stesso Vasari a scrivere, nel medaglione dedicato all’artista nella seconda edizione delle Vite, che La maggior parte delle sue opere sono stati quadri, che sono per le case de’ gentiluomini, sottolineando così l’apprezzamento delle prove di Schiavone – che si adoperava anche nei formati minori da fregio e da cassone – tra le mura dei palazzi veneziani. Nel Sei e Settecento la fortuna collezionistica del Meldola si spinge anche oltre i confini veneziani. Leopoldo de’ Medici nel 1654 acquista un quadro “grande” di Schiavone identificato come il Caino e Abele della Galleria palatina – esposto al Museo Correr – ammirato per il terribile colorito che fa stupire e Leopoldo Guglielmo d’Asburgo vanta nelle sue collezioni numerose sue opere, oggi in gran parte confluite al Kunsthistorishes Museum di Vienna che per questo eccezionale evento ha prestato ben sei dipinti dell’artista.

Schiavone, insieme a Tintoretto, risulta l’artista del Cinquecento veneto più rappresentato anche nella collezione di Francesco Algarotti che come consulente di Augusto III di Sassonia, chiamato a completare il museo di Dresda, procura un imponente Giove fanciullo in mezzo alle Grazie (riconosciuto, recentemente come l’Infanzia di Giove), il dipinto è un’altra presenza eccezionale nella mostra di Museo Correr.

Il mito del Rinascimento veneziano trova in Schiavone un altro grande protagonista, che in Laguna porta una pittura nuova e audace, fatta di colore, luce e movimento; una pittura a tratti “informale”, che sorprenderà Tiziano, anticiperà Rembrandt e intuirà alcune scoperte della più alta pittura del Novecento.

 

Maria Paola Forlani


Foto allegate

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.8%
NO
 29.2%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy