S’infittisce il bosco
senza temere il mare
E lo si avverte ad ogni verso il battito dei remi sull’acqua, suonato e tornante ad eco di cuore tra bisogno di terra e “beati possessi dell’assenza”.
Un ossimoro senza distonie avvolge la silloge di Silvia Comoglio nella memoria dell’acqua, soglia del pensiero poetante, presso cui la temporalità si scinde in bagliori, rifrazioni, eco di figure a loro volta consapevoli di un percorso meditativo “mescolando terra con la terra” “prisma” eterno del pensiero umano. Proprio nella soglia del dire si apre la bilateralità dialogante tra oscurità e luce, nascita aurorale della parola e apertura al suono. “…a orma che s’inarca, unisona a materia/ …dove è ascolto l’approdo della gola… di un tempo appeso sulla terra, a crepide di soffio”.
Andar per mare, sentire la vocalità dell’approdo che si misura con parole di terra mentre l’isola cresce intorno al vogatore, figura metafisica quasi totemica che permette man mano che si procede nella lettura un contrappunto che armonizza nella silloge la ferita presente nell’incipit e “Ombre esili a visioni amabili di terra” e “ l’aurora sprofondata a mura/ nere di cristallo” sono annunciazione di ricerca pur nella fragilità scura del cristallo. “… metafora redenta nel buio del costato” E i voli rovesciati e “il perno” attorno al quale ruota l’angelo, il rammendo degli opposti, riportano alla montaliana Dora Markus, al miracolo del volo che segna il volto di crogioli di ghiaccio, “all’ora che sempre è più bella” “al di là del muretto”.
Non cede la musicalità dei versi di Silvia Comoglio, s’accompagna con acqua e terra e “ipo-tesi”; “amandoti di sogno, ti elessi fantasma del mio bosco” e teneramente apre al suo onirico “a smisurare l’anima rimasta”. Ed è sogno il tronco dove ripara l’animo, che figura eco, ombre di respiri, parole indecifrate che cedono alla forza della natura “voce a sogno di memoria” e ne fanno luogo di ripartorienza.
La silloge si snoda in note ascendenti man mano che ci si avvicina alla terra, che la si avverte crescere intorno all’acqua, è un viaggio che porta ad approdi, tanti, diversi, ipotizzati, sognati, accolti in mille rifrazioni mentre il silenzio incornicia l’ascolto.
Patrizia Garofalo
Silvia Comoglio, Il vogatore
Premio Montano 2015 (Raccolta inedita)
Anterem Edizioni | “La ricerca letteraria”
»» Sul sito di Anterem le poesie di apertura e la postfazione di Giorgio Bonacini