Firenze, 4 Dicembre 2015 – L'Istat ci fa sapere che la spesa delle famiglie per prodotti e servizi illegali, nel 2013, è stata di 18,4 miliardi di euro, in crescita rispetto agli anni precedenti: l'1,9% dei consumi totali. 14 miliardi spesi per droghe e quasi 4 per la prostituzione, quasi mezzo miliardo per le sigarette di contrabbando.
La domanda sorge spontanea: perché non legalizzare? Legalizzazione che, per quanto riguarda la prostituzione, è già trend normale e sperimentato positivamente nella maggior parte dei Paesi europei e del mondo. Legalizzazione che, per quanto riguarda invece la droga, dove è già stata avviata (terapeutica e ricreativa), sta facendo registrare successi per tutta la comunità, con reati in calo, maggiori introiti fiscali per lo Stato, prevenzione e sanità sotto controllo.
Per capire di cosa stiamo parlando, tralasciando il contrabbando di sigarette perché è comunque un fenomeno endemico anche in un regime legale. Se ai 18 miliardi di droga e prostituzione applicassimo la percentuale 22 dell'Iva, per lo Stato (e per l'Ue nella sua percentuale in merito, 0,3) sarebbero quasi 4 miliardi (3.960.000.000) di introiti. Poi ci sarebbero le tasse per una serie di redditi di mestieri e professioni collegate, e oggi inesistenti o regalate al mercato nero. A cui aggiungiamo le molto minori spese di polizia e magistratura non più impegnate a perseguire reati e illeciti che non sarebbero più tali.
Due+due fa quattro! E la sirena stonata di chi continuerà a raccontarci che così sarebbero aperte le porte alla dissoluzione della gioventù? È proprio quest'ultima che risponde con una pernacchia: rifornendosi di sostanze illegali (essenzialmente cannabis) ovunque gli capita, con -e questo sì che è veramente pericoloso- rivolgendosi al mercato nero gestito da varie delinquenze ed esponendosi a offerte di prodotti più lucrativi per chi vende loro la merce ma potenzialmente più dannosi per loro (eroina, cocaina, metamfetamine, etc.).
Perché non si procede, e anche speditamente? Tonnellate di inchiostro vengono utilizzate ogni giorno per ricordare i vantaggi della legalizzazione, e noi fra questi con un quotidiano online, …ma tutto è sempre al palo, e la follia del mercato regalato alle delinquenze nazionali ed internazionali, continua ad imperversare. Ora nel nostro Parlamento sembra che qualcosa si stia muovendo (il disegno di legge predisposto dall'intergruppo 'Cannabis legale' sarà in discussione entro la fine del mese, ndr), ma è proprio qualcosina pur se ben supportato da centinaia di adesioni di deputati. Qualcosina perché, rispetto all'urgenza di un intervento in merito, davanti abbiamo solo i tempi e metodi tradizionali, contorti e disseminati di ostacoli e sgambetti, più o meno interessati, per pruriti ideologici ed economici.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc