Si è conclusa la seconda riunione dell'intergruppo per la legalizzazione dell'eutanasia e il pieno riconoscimento del testamento biologico, intergruppo nato con l'obiettivo di arrivare alla calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare depositata da oltre 67.000 cittadini nel settembre 2013 e non ancora discussa dopo oltre due anni. Al momento sono 225 i parlamentari che ne fanno parte, 171 deputati e 54 senatori.
Ad aprire la riunione è stato il messaggio di Max Fanelli, marchigiano malato di SLA che ha sospeso le cure in attesa della calendarizzazione della proposta popolare: «Mi auguro che tutto ciò che é stato ottenuto a partire dall’impegno di Piergiorgio Welby e dal padre di Eluana Englaro venga ulteriormente valorizzato dalle nostre attività e che, insieme, si riesca a dare un forte segnale di laicità e di uno Stato degno di guidare una nazione civile». Insieme a Max Fanelli, la riunione è stata aperta da Mina Welby, co-presidente dell'Associazione Coscioni, che ha lanciato la mobilitazione di raccolta firme per il 20 dicembre a 9 anni dalla morte di Piergiorgio Welby, e Marco Cappato, che ha ricordato che l'obiettivo dell'intergruppo non è quello di trovare un'unica posizione comune sul fine vita, ma quello di ottenere la calendarizzazione nel rispetto della Costituzione.
Tra gli interventi, che si possono riascoltare su Radio Radicale, segnaliamo alcuni estratti:
Silvana Amati (PD): «Le difficoltà sono tante, sono oggettive, non vederle sarebbe ingenuo. Gli articoli 13 e 32 della Costituzione, così come le sentenze della Cassazione sono fondamentali. Nell'assenza di legislazione c'è un'assenza di diritti fondamentali».
Nicola Morra (M5S): «Sono passati troppi giorni da quando con solerzia è stato presentato il disegno di legge. Non mi si può venir a dire che è una questione di calendario del Senato sovraccarico. Stiamo lavorando su provvedimenti leggeri, qui è semplicemente una questione di volontà politica».
Luigi Manconi (PD): «Dobbiamo partire dalla consapevolezza che la volontà politica oggi è tutt'altro che viva. C'è piuttosto una volontà politica di ostilità a che questo tema diventi un dibattito politico che entri nelle nostre agende».
Manuela Repetti (Misto - Insieme per l'Italia): «La questione di una legislazione sul fine vita non è più rinviabile, così come quella sulle unioni civili. Le ostilità sul fine vita sono di più, ma della stessa natura. Questa ostilità ci pone in una condizione di arretratezza nel campo dei diritti civili».
Ignazio Angioni (PD): «La nostra attività deve concentrarsi in una volontà di affermazione della dignità della persona. Ogni giorno che passa è un giorno in meno di affermazione di quella dignità».
Laura Puppato (PD): «Faccio una proposta: mi sono convinta che sui diritti civili è stata fondamentale la pervicacia ossessiva delle persone toccate dalla mancanza di diritti. A prescindere da dove siamo impegnati, come legislatori abbiamo il compito di portare avanti i diritti civili. Propongo di chiedere ogni giorno, nelle dichiarazioni di fine seduta, la calendarizzazione della proposta. Ogni giorno, tutti i giorni».
Alessandra Bencini (Misto - Italia dei Valori): «Io sono un'infermiera, vengo dal campo delle sale operatorie delle terapie intensive. Il mio lavoro vede persone che vorrebbero andarsene, ma non gli è consentito. Molto viene delegato al buon senso degli operatori, o ai parenti. E non è giusto, non è giusto lasciare questo senso di colpa addosso».
Maria Spilabotte (PD): «Ognuno di noi ha un radicamento nel territorio. Credo che uno strumento sia quello dei registri dei testamenti biologici comunali».
Per informazioni e contatti:
Matteo Mainardi, 393 2300135
matteo.mainardi@associazionelucacoscioni.it